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SiciliAntica e ATC a Siracusa per le tragedie greche e visite guidate a Leontinoi, al Parco archeologico della Neapolis di Siracusa e alla Catacomba di San Giovanni

(Sabato 3 Giugno 2017)
Siracusa . SiciliAntica e ATC, l’Associazione che viaggia, saranno a Siracusa, come ogni anno, in occasione delle Rappresentazioni classiche che si tengono al teatro greco. Previste inoltre una serie di visite guidate a Leontinoi, una delle più antiche colonie greche della Sicilia, al Parco archeologico della Neapolis di
Siracusa e alla Catacomba di San Giovanni. La data è sabato 10 e domenica 11 Giugno 2017, la partenza da Palermo e da Termini Imerese. Nella mattinata arrivo e visita di Leontinoi una delle più antiche colonie greche della Sicilia. Fondata nel 729 a.C. da coloni calcidesi che fondarono Naxos, sotto la guida dell’ecista Teocle, cinque anni dopo la fondazione di Siracusa. Il periodo antecedente la colonizzazione greca di Leontinoi è avvolto nel mito. Secondo la mitologia i primi abitatori dei campi leontini furono i Lestrigoni, popolazioni vicine ai ciclopi, che dimoravano sull’Etna. Omero li descrive come popolazioni evolute, dedite principalmente alla pastorizia e organizzate sotto un governo federato, rinnegando la rappresentazione di essi come giganti incivili e persino antropofagi. La città greca presentava un articolato sistema difensivo: sulla parte settentrionale e su quella meridionale erano presenti due porte che collegavano la colonia con Siracusa e che davano accesso ai campi di Lentini. Un’ulteriore linea difensiva era poi costituita da un muro interno innalzato sul ciglio superiore del colle S. Mauro. La vasta Necropoli si trova al di fuori della porta di Siracusa, dove sono stati rinvenuti più di 600 sepolcri, alcuni dei quali caratterizzati da piccoli monumenti funerari a piramide gradinata. Leontinoi visse fino alla seconda guerra punica. Nel 214 Marcello la conquista e la distrugge. Al tempo di Verre era ormai un borgo senza importanza. Molti dei reperti archeologici ritrovati durante gli scavi sono esposti oggi nel Museo Archeologico di Lentini. Il Museo illustra la storia della città e del suo territorio a partire dalla preistoria fino all’età medievale, attraverso l’esposizione di materiali provenienti dall’antico insediamento e dai principali siti archeologici del comprensorio. I reperti sono esposti in sequenza cronologica e topografica con particolare attenzione ai materiali provenienti dall’antica Leontinoi, dall’Età del Rame, ai periodi Pre e Protostorico. Sono presentati i materiali dal villaggio della Metapiccola e quelli delle necropoli di Cava Ruccia e Cava S. Aloè (S. Eligio). Sono stati anche esposti i più antichi materiali importati e prodotti localmente della colonia calcidese di Leontinoi, i materiali dall’area dell’abitato e dalle aree sacre sia urbane che extraurbane. Adeguata collocazione hanno avuto i materiali delle collezioni che includono i due famosi crateri già di proprietà comunale e quelli delle collezioni private. E i materiali delle necropoli di Leontinoi, dall’epoca arcaica a quella ellenistica. La visita si conclude con i materiali e l’apparato didattico relativi al periodo medievale, che costituisce un altro capitolo importante della storia di Leontinoi. Nel pomeriggio è prevista la partecipazione a Siracusa alla Rappresentazione classica Le Fenicie di Euripide.

Il giorno successivo si terrà la visita guidata al guidata al Parco archeologico della Neapolis (dal greco “Città Nuova”), corrispondente ad una piccola parte dell’antico quartiere di Siracusa in età greca che racchiude i più importanti monumenti di epoca classica della città. Il primo che si incontra entrando nel parco, è l’Anfiteatro Romano, fra i maggiori edifici dell’epoca esistenti in Italia. L’anfiteatro ha dimensioni monumentali e viene considerato come una delle realizzazioni edilizie più rappresentative della prima età imperiale romana. È in gran parte scavato nella roccia e ha una struttura di forma ellittica, con i due diametri esterni di m. 140 x 119 e quelli interni di m. 70 x 40. Poteva avere una capienza fino a 15.000 spettatori. Le spoliazioni medievali hanno di molto ridotto le dimensioni che erano di poco inferiori a quelle dell’arena di Verona. All’interno è ancora ben conservata la parte dell’arena e la parte più bassa delle gradinate, la cavea. Sotto questa è ancora visibile il tunnel di servizio che serviva per gli accessi al teatro. L’arena era cinta da un alto podio, all’interno del quale vi era un corridoio per l’uscita dei gladiatori e delle belve. L’anfiteatro rimase interrato per molti secoli e fu riportato alla luce nel 1839, dal duca di Serradifalco. Si giunge successivamente all’Ara di Ierone II, il più grande altare monumentale in pietra del Mediterraneo. Si tratta di un nucleo ricavato dalla roccia lungo 198,40 m, misura che corrisponde approssimativamente alla lunghezza di uno stadio olimpico (192 m). L’ingresso della rampa nord era fiancheggiato da due telamoni. In molti ritengono che sia dedicato a Zeus Eleutherios (liberatore). La leggenda vuole che su questo altare avvenissero vere e proprie funzioni che vedevano il sacrificio di ben 450 animali in una volta sola. Si scende poi verso le Latomie, queste erano le immense cave di pietra, soprattutto, sotterranee che servirono per la costruzione per tutti gli edifici di Siracusa, sia per i grandi monumenti che per le modeste abitazioni. Le grotte servirono poi come prigioni. Di queste la più famosa è l’Orecchio di Dionisio una grotta artificiale, scavata nel calcare, alta circa 23 m. e larga dai 5 agli 11 m., con una singolare forma, vagamente simile ad un padiglione auricolare, che si sviluppa in profondità per 65 m., con un insolito andamento ad S e con sinuose pareti che convergono in alto, in un singolare sesto acuto. La grotta è, inoltre, dotata di eccezionali proprietà acustiche (i suoni vengono amplificati fino a 16 volte). Queste caratteristiche acustiche e la forma indussero Caravaggio, che visitò Siracusa nel 1608, a denominarla Orecchio di Dionisio, dando così forza alla leggenda cinquecentesca secondo la quale il famoso tiranno avesse fatto costruire questa grotta come prigione e vi rinchiudesse i suoi prigionieri per ascoltare, da un’apertura dall’alto, le parole ingigantite dall’eco. Si passa poi al Teatro greco, costruito nella sua prima fase nel V secolo a.C. sulle pendici sud del colle Temenite. In epoca greca vi vennero rappresentate grandi tragedie e commedie. Eschilo vi presentò per la prima volta I Persiani e le Etnee dedicandole a Gerone I. La cavea aveva un diametro di 138,60 metri, uno dei più grandi del mondo greco, ed era in origine costituita da 67 ordini di gradini e divisi in 9 settori (“cunei”) dalle scalinate. Il Teatro Greco rappresenta il maggiore esempio dell’architettura teatrale dell’occidente greco. Ha la particolarità di essere quasi interamente scavato nella roccia. Oltre che per le rappresentazioni, così com’era costume per gli antichi greci, il teatro veniva usato per le assemblee popolari. Nella parte più elevata del piccolo rilievo montuoso, su una terrazza rettangolare che costeggia il teatro greco si trova la Grotta del Ninfeo al cui ingresso erano poste delle statue dedicate alle Muse. La cavità presenta un soffitto a volta e al suo interno si trova una vasca di forma rettangolare nella quale si raccoglie l’acqua che scorre a cascata da una cavità posta nel fondo della parere rocciosa. Accanto alla parete d’ingresso si notano delle edicole votive che servivano per la pratica del culto degli eroi. Nel pomeriggio è prevista la visita guidata alla Catacomba di San Giovanni la cui costruzione fu iniziata nel IV secolo e nel primitivo impianto presenta una struttura reticolare regolare ricavata dall’ampliamento di un acquedotto greco (le cui tracce si possono notare sulle volte del percorso principale). La vastità delle catacombe di Siracusa, seconde soltanto a quelle di Roma, testimonia il fondamentale ruolo ricoperto dalla città nell’epoca di maggiore diffusione del cristianesimo. La Catacomba di San Giovanni è famosa, secondo la tradizione, per aver ospitato nell’adiacente Cripta di San Marziano, primo vescovo di Siracusa, l’apostolo Paolo, il quale avrebbe predicato ai primi cristiani d’Occidente. Dall’unico ingresso si diparte il decumanus maximus, la galleria principale, dalla quale si diramano cinque cardines a nord e altrettanti a sud. Queste gallerie conducono a rotonde, funzionali ai riti e alla preghiera, ricavate dalle cisterne del preesistente acquedotto. Le tipologie di sepoltura rinvenute sono quelle canoniche: loculi (piccole cavità rettangolari per l’inumazione di bambini), arcosoli (tombe più complesse, spesso affrescate, che potevano ospitare anche intere famiglie) e fosse terragne (scavate nel suolo, tipiche dello sfruttamento intensivo della necropoli). La catacomba ospita anche il Sarcofago di Adelfia, monumento marmoreo di singolare bellezza interamente scolpito. Successivamente partecipazione a Siracusa alla Rappresentazione classica Sette contro Tebe di Eschilo. Per informazioni ed iscrizioni Tel. 091.8112571 – 346.8241076.

Comunicato stampa