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Rapine a Mazara e Marsala: 11 condanne, tre rinviati a giudizio

(Venerdì 21 Luglio 2017)
Mazara - Sgominata con l’operazione di polizia “Coyote” (18 ottobre 2016), per una banda di presunti rapinatori è arrivato il momento del giudizio. Undici di loro, infatti, sono stati condannati dal gup Francesco Parrinnello.

La banda aveva la sua base operativa a Mazara, ma con componenti anche palermitani e castelvetranesi di origine jugoslava. Vittime di rapine e tentate rapine: due gioiellerie e una banca della provincia di Trapani.

Lo scorso 18 ottobre, in carcere finirono i mazaresi Aldo Ferro, Giuseppe Genco, e Giovanni Natalizii, i palermitani Fabio Comito, Fabio Mustacciolo, detto “Fabio gnè gnè”, Marco Ferrante ed Emanuele Rubino. Arresti domiciliari, invece, furono disposti per i mazaresi Giuseppina “Giusy” Aguanno, Luigi Terzo, il palermitano Tommaso Roberti, e Carmine Zambon, pregiudicato di origini napoletane domiciliato a Palermo. Obbligo di dimora nel Comune di residenza, infine, per Carmen Clara Villavicencio Gallon, cittadina ecuadoregna domiciliata a Mazara, Sami Sabani e Sabina Sabani, entrambi residenti a Castelvetrano. Solo questi ultimi tre hanno scelto il processo con rito ordinario. Con l’abbreviato, invece, sono stati condannati Ferro (5 anni e 10 mesi di carcere), Natalizii (5 anni e 2 mesi), Rubino (5 anni e 2 mesi), Genco (4 anni e 10 mesi), Comito (4 anni e 10 mesi), Terzo (4 anni e 6 mesi), Zambon (4 anni e 6 mesi), Ferrante (4 anni e 4 mesi), Mustacciolo (4 anni e 4 mesi) e Roberti (2 anni). Ha, invece, patteggiato una condanna a 4 anni Giuseppina Aguanno. A difendere gli imputati sono stati gli avvocati Alessandro Casano, Walter Marino, Giacomo Frazzitta, Filippo Gallina e Arianna Russo. I fatti contestati sono relativi al periodo tra gennaio e febbraio 2016. In quella fase, o comunque subito dopo, gli inquirenti appresero che a Mazara era stato costituito e operava “un gruppo criminale ben radicato, un vero e proprio cartello di rapinatori, composto, tra gli altri, da Genco Giuseppe, Ferro Aldo e Natalizii Giovanni”. Questi, secondo quanto confermato anche da fonti confidenziali, avevano “intensificato le loro attività criminali, prendendo di mira tabaccherie, profumerie, negozi di apparecchiature elettroniche, laboratori di lavorazioni di preziosi e inoltre avevano messo a segno delle rapine in abitazioni”. Il gruppo, sempre secondo la polizia, “risultava essere anche in possesso di diverse armi da sparo, utilizzate anche per le rapine”. Luogo di ritrovo per la “pianificazione” delle attività criminali sarebbe stata la sala giochi gestita, a Mazara, da Luigi Terzo, che avrebbe avuto anche il compito di custodire le armi. Un “ruolo centrale”, inoltre, avrebbe ricoperto Fabio Comito, uno dei volti già noti alle forze dell’ordine. Natalizii sarebbe stato, invece, “l’anello di congiunzione” tra i mazaresi e i palermitani. Tre gli episodi contestati: la rapina commessa il 9 gennaio 2016 ai danni di una gioielleria di via Garibaldi a Vita (bottino: oltre 80 mila euro), quella tentata il 3 febbraio in una gioielleria di via Itria, a Marsala, e il “colpo” alla filiale di Partanna del Monte dei Paschi (bottino: 37 mila euro).

[Fonte: www.tp24.it]