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La Basilica Cattedrale di Mazara dedicata al SS. Salvatore e alla Vergine Madre

La chiesa Cattedrale, dedicata al SS.mo Salvatore e alla Vergine Madre, fu eretta dal conte Ruggero d’Altavilla negli anni intercorrenti tra il 1085 e il 1093, a seguito di un voto fatto durante la battaglia del 1072 contro i saraceni . In questo edificio nel 1097 Ruggero riunì il primo Parlamento siciliano formato da vescovi e baroni dell’isola. Purtroppo del Duomo normanno non rimangono che poche vestigia. Si deve al vescovo Francesco Maria Graffeo, la trasformazione della Cattedrale (1690), come da progetto dell’architetto Pietro Castro, in una cattedrale barocca a pianta basilicale, a croce latina, tanto che della costruzione originale si conservano solo le mura del transetto e l'abside. Il 6 agosto 1694 la Cattedrale, rinata a nuovo splendore, fu solennemente riaperta al culto. Grandi restauri vi apportò successivamente il vescovo Nicolò Maria Audino, che nel 1910 fece iniziare i lavori.

Il Santo Padre Giovanni Paolo II nel 1980 la elevò a Basilica Pontificia. L’attuale sistemazione del prospetto principale, risalente al 1906, è dovuto all’architetto Francesco Valenti.  Il paramento esterno è realizzato in pietra locale da intaglio; il portale principale, inquadrato da una coppia di colonne marmoree, è abbellito da un grande altorilievo in marmo di fattura cinquecentesca, con un condottiero a cavallo seguito da altri due cavalieri, ai piedi dei quali è disteso un guerriero in fogge moresche (rappresenta probabilmente la vittoria del conte Ruggero sul musulmano Mokarta). Sopra l’altorilievo insiste lo stemma dei Borbone di Sicilia, sormontato da un’aquila reale ad ali spiegate. Ai lati del grande quadro stanno le statue del SS. Salvatore e dell’Immacolata; nella parte superiore si apre una finestra circolare fiancheggiata da due angeli. Per quanto riguarda l’interno, la Cattedrale presenta una pianta longitudinale a tre navate, suddivise da colonne con archi a tutto sesto. Lo spazio si dilata nelle cappelle laterali, nel transetto e nell’ampia cupola che conclude l’edificio.

R. Lanza