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Mazara. Il sito archeologico Granatelli .. Sepolcri dell’età del bronzo – una grande area votiva ellittica

La chiesetta di San Gregorio ed il baglio in abbandono .. e la vasca ad anfiteatro..con la croce greca

Siamo in Sicilia, nella provincia di Trapani e nel Comune di Mazara del Vallo ove esistono insediamenti di importanza archeologica, iniziando da quelli dell’epoca della cultura megalitica…fino ai giorni nostri.

Seguendo la strada che da Mazara del Vallo porta a Borgata Costiera e verso quella che era la torre-granatelli - crollata nel 2015 - si trova una tomba a grotticella dell’antica età del bronzo , tomba ricavata nella roccia calcarenitica ai bordi della strada scavata nel terreno e che collegava il pianoro superiore alla zona di ingresso del baglio Granatelli.

Quando fu esaminata, nel 1969, dall’archeologo Mannino, furono rinvenuti ancora al suo interno, oltre alle ossa di più inumati, alcuni frammenti ad impasto, con decorazione dipinta nel tipico stile castellucciano ed un bicchiere monoansato che, al momento del ritrovamento, era attaccato alla volta,  occultato dalle concrezioni.

L’ingresso della tomba è attualmente nascosto e ben protetto da una fitta vegetazione che ne rende difficile la sua localizzazione.

Tutta la zona delle sponde del fiume Mazaro, è ricca di interessanti tombe sia a forno dell’età del bronzo sia a fossa di epoca altomedioevale .

E’ evidente che il sito dell’attuale baglio Granatelli era già abitato in epoca antichissima , ed ancora oggi si possono trovare tombe sia di individui adulti che di piccole dimensioni, evidentemente di bambini.

Nelle vicinanze del Baglio, di grande interesse vi è poi una vasta area ellittica, di circa 14 metri di lunghezza sul suo asse maggiore, quello da Est ad Ovest, e di circa 12 metri di lunghezza sul suo asse minore, quello da Nord a Sud.

Rispetto al punto di tramonto attuale vi è uno scostamento di poco meno di dieci gradi che, salvo errori, ne potrebbe permettere la datazione con un calcolo astronomico..

Ricordiamo infatti che, secondo un luogo comune abbastanza diffuso, il Sole sorge ad est e tramonta ad ovest, ma questa affermazione è vera parzialmente perché troviamo il Sole in questi punti cardinali solo il giorno dell'equinozio di primavera e d'autunno.

Subito all’esterno della porta di ponente vi è la vasta necropoli.

La struttura si trova a poche centinaia di metri ad Ovest del Baglio, su una leggera collina ove sono presenti, nella roccia, fori e scanalature evidentemente utilizzate come fondamenta per le strutture lignee degli edifici circondanti l’area ellittica.

Si potrebbe ipotizzare che questa area votiva, risalente alla cultura megalitica possa essere stata anche legata alla possibile presenza celtica..

Perché già a quanto pare, 4000 anni fa.. i Celti erano in Sicilia..
Un simbolo celtico associato alla triplicità come principio regolatore dell'universo è infatti la triscele.

Si tratta di un simbolo incredibilmente antico, risalente al 4000 a.C.e diffuso in diverse aree geografiche, tanto che sono stati ritrovati reperti con questo simbolo a Malta, in Anatolia ed in Grecia.

Anche il simbolo della Sicilia, le tre gambe che si diramano circolarmente da un volto centrale, è una variante dell'antica triscele.

Le tre spirali che la rappresentano, infatti, simboleggiano movimento e, in particolare, la determinazione a migliorarsi ed a superare le avversità incontrate nella vita.

Secoli dopo, da quanto si può presumere, nella zona dell’antico insediamento, venne edificata la chiesetta dedicata a San Gregorio Taumaturgo.

La costruzione risale al 1700 e fu realizzata dal nobile mazarese Francesco Maccagnone , anche se i riti religiosi si celebravano ancora all’aperto, nell’area ellittica votiva attigua, come evidenziato da una croce incisa nel tufo e datata 1738.

Ricordiamo che San Gregorio , nato nell’anno 213 e morto nell’anno 270 è venerato con il titolo di Taumaturgo, cioè operatore di prodigi, per i molti miracoli compiuti durante la sua vita.

Un giorno piantando il suo bastone riuscì a fermare la piena di un fiume che stava rovinando sulla sua città.. ,

E quindi doveva essere ancora vivo nella popolazione il ricordo della piena del fiume Mazaro del 1665, quando le acque allagarono i terreni e raggiunsero le porte della città.

Forse quindi proprio a ringraziamento per il salvataggio dalla piena del 1665 che, qualche anno dopo, Francesco Maccagnone realizzò il tempio in suo onore.

Il baglio, attiguo alla chiesetta, era munito di una magnifica torre, a base ottagonale, purtroppo completamente crollata nel 2015.

Le alte mura del baglio dovevano fornire protezione contro le frequenti incursioni dei briganti, che si nascondevano fra le sponde del vicino fiume Mazaro e che tormentavano tutti coloro che tentavano di attraversarlo, specialmente nei suoi punti più accessibili.

Il lento declino del baglio e di tutte le strutture ad esso collegate risale probabilmente ai moti del 1848, quando Franco Maccagnone, Principe di Granatelli, non accettò la restaurazione e la sottomissione ai Borboni, preferendo l’esilio a Genova.

L’interno del baglio, con una grande corte, ora divisa in due metà da un alto muro, è in abbandono e destinato a crollare nella più totale incuria.

Appena fuori le sue mura, nel lato ad Est del Baglio, vi è la presenza di una grande vasca ad anfiteatro di forma circolare, con foro di scarico centrale e fornita di conduttura esterna di terracotta protetta da conci squadrati ed articolata in due livelli ove, in quello più alto, sono incise dei segni di croce greca.

La struttura che ha un diametro di circa 7 – 8 metri è tutt’ora ben conservata..

Un vero peccato che questa area non possa essere trasformata in una “isola culturale”.. perché certamente, adeguatamente pulita e resa fruibile , avrebbe un grande fascino e potrebbe diventare un’ulteriore attrazione turistica per tutta l’area della Sicilia Occidentale.

Per un piacevole svago ecco un video-reportage di soli nove minuti.. ecco il link:

https://youtu.be/yOvaBwbJ9TI

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