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Mazara. Le nicchie rotonde, le numerose cave, antiche fornaci dell’età del bronzo, le tombe sovrapposte, e molto altro ancora....

Nella provincia di Trapani , e nel Comune di Mazara del Vallo, esistono numerosi insediamenti di importanza archeologica, iniziando da quelli dell’epoca del neolitico.

A circa 3 km di distanza dalla foce del fiume Delia, sul lato ad Est, si estende la piana di San Nicola, una vasta area ubicata fra la strada statale 115 che da Mazara porta a Castelvetrano e la linea ferroviaria, proprio all’altezza della piccola stazione ferroviaria omonima.

Nelle immagini satellitari sono rilevati i tre maggiori siti archeologici, fra i quali un villaggio capannicolo della media e tarda età del bronzo ed anche un insediamento ellenistico- romano

La zona prende il nome dal grande baglio NORIA, ora ormai crollato quasi totalmente.

Del baglio ben poco è rimasto visibile, poche murature e frammenti di un arco del portale di ingresso.

Dalle foto satellitari ben si può vedere come nel suo lato est vi siano numerosissime cave, spesso di piccole dimensioni, e realizzate in diverse epoche..

Nella zona ad est, si notano due grandi silos ravvicinati.

Sono probabili fornaci utilizzate per le lavorazioni del metallo.

La loro datazione è incerta..

Durante le numerose prospezioni archeologiche sono stati ritrovati frammenti di scorie di ferro, che ne hanno confermato il loro uso metallurgico..

Peccato che siano parzialmente colmate da detriti e dalla spazzatura ..

In tutta l’area vi sono ampie fosse a sezione rettangolare , probabilmente piccole cave piuttosto che ripari..

La loro funzione non è ben accertata..

Da questa zona provengono anche manufatti di selce, e di quarzite , nonché frammenti di ceramica preistorica,.

Per la qualità degli impasti ceramici e per la presenza dell’industria litica del tipo campignano si suppone che in quest’area possa individuarsi un insediamento dell’età del bronzo..

Una scoperta di grande particolarità, riportata in numerosi studi, è una grande tomba sovrapposta, a forma di croce.

Certamente una realizzazione piuttosto particolare e di grande interesse..

In tutta l’area vi sono numerose tombe sia di adulti che di bambini, tutte saccheggiate in tempi recenti.

In alcune di esse sono stati recuperati frammenti di pisside stamnoide corinzia, pressoché ricomposta.

Dalla stessa zona provengono infatti manufatti di selce, di quarzite ed anche frammenti di ceramica preistorica.

In base a questi ritrovamenti si può quindi considerare che gli insediamenti risalgano all’età del bronzo.

Altra particolarità trovata in zona è una cava strutturata a due vasche , una realizzazione di grande fascino..

Ricordiamo che nelle numerose ricognizioni archeologiche effettuate negli anni si sono rinvenuti importanti reperti quali frammenti di “solenes” , di un insediamento rurale di età ellenistica e poi romana, e poi numerosi frammenti ceramici.

Tutta l’area di San Nicola è stata saccheggiata.

Si possono ancora trovare i segnali segreti dei tombaroli: pietre poste a piramide, segni su grandi massi, pietre sollevate..

Altri strani, e pare ancora inspiegati elementi archeologici, sono le numerose nicchie circolari, di modesto diametro, quasi sempre di circa 50 centimetri.

Queste nicchie potrebbero essere state utilizzate come dispense piuttosto che come elemento della stessa costruzione della capanna.

Peccato che diverse aree hanno subito importanti sconvolgimenti a causa di massicci spietramenti e livellamenti effettuati per la piantumazione di un vigneto.

Nell’area di S. Nicola vi è una cava di notevoli dimensioni, una cava simile a quella delle ben note cave di Cusa.

La cava potrebbe quindi risalire all’età del bronzo.

Nella zona sono stati ritrovati parti di una soglia marmorea ed un moncone di pavimento con i mattoni disposti a taglio ed a spina di pesce.

Sempre in questa area sono stati segnalati ritrovamenti di manufatti ceramici medioevali, fra i quali di anfore arabo-normanne a “cannelures” , dipinte a bande brune.

Innumerevoli cave di grandi e di piccole dimensioni sono ubicate nella zona centrale dell’area archeologica, sfortunatamente quasi tutte ormai utilizzate come deposito di materiale inerte e di rifiuti di ogni genere..

Insomma , lentamente ma inesorabilmente, destinate ad essere colmate dai rifiuti..

E’ comunque un vero peccato che questa area non possa essere trasformata in una grande “isola culturale”.. perché certamente, adeguatamente pulita e resa fruibile , avrebbe un grande fascino e potrebbe diventare un’ulteriore attrazione turistica per tutta l’area della Sicilia Occidentale.

I lettori curiosi e tutti gli appassionati di archeologia possono vedere il video cliccando su: https://youtu.be/6MXdJDI96ZU


Comunicato stampa