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Coronavirus, oggi la supplica del Papa e poi l'indulgenza plenaria: ecco cosa è

Un momento di raccoglimento per rivolgere una preghiera straordinaria nel tempo della pandemia. Oggi pomeriggio venerdì di Quaresima, alle 18, Papa Francesco si recherà sul sagrato della Basilica di San Pietro e davanti alla piazza vuota, come aveva annunciato il 22 marzo al termine dell'Angelus, presiederà una
celebrazione di un'ora a conclusione della quale impartirà la Benedizione "Urbi et Orbi".

Vicino al cancello centrale della Basilica saranno collocati l'immagine della Salus Populi Romani, ossia l'icona bizantina con cui viene raffigurata la Madonna che tiene in braccio il Bambin Gesù, e il Crocifisso di San Marcello. Il Santissimo Sacramento sarà esposto sull'altare che verrà collocato nell'atrio della Basilica Vaticana. Il Santo Padre, dopo la lettura e l'ascolto della Parola di Dio, terrà una meditazione. E infine, dopo la supplica, seguirà il rito della Benedizione eucaristica "Urbi et Orbi".

"Il Pontefice - come illustrano dalla sala stampa della Santa Sede - ha invitato tutti a partecipare spiritualmente, attraverso i mezzi di comunicazione, per ascoltare la Parola di Dio, elevare una supplica in questo tempo di prova e adorare il Santissimo Sacramento. Al termine della Celebrazione il Santo Padre impartirà la Benedizione 'Urbi et Orbi', a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l'indulgenza plenaria".

Sarà il cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro, a pronunciare la formula per la proclamazione dell'indulgenza plenaria con cui ogni peccato, anche quello perdonato con la Confessione, viene cancellato e che, durante l'emergenza generata dal coronavirus, cambia eccezionalmente la sua formula.

Come viene spiegato dalla Penitenzieria vaticana, l'indulgenza plenaria cancella non solo il peccato ma anche la pena temporale che dovrà essere scontata o sulla terra con preghiere, penitenze od opere di carità, o in Purgatorio. Facendo riferimento alla comune metafora del foro provocato da un chiodo (il peccato), se la Confessione sacramentale copre il buco nel muro con dello stucco, l'indulgenza, ossia la remissione, lo ricompone completamente. In tempo di pandemia l'indulgenza verrà concessa senza la necessaria presenza fisica alla celebrazione di chi vi si vuole appellare e, come si legge nel decreto de 20 marzo della Penitenzieria, è rivolta a:

- Fedeli affetti da Coronavirus, sottoposti a regime di quarantena per disposizione dell’autorità sanitaria negli ospedali o nelle proprie abitazioni se, con l’animo distaccato da qualsiasi peccato, si uniranno spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione alla celebrazione della Santa Messa o della Divina Liturgia, alla recita del Santo Rosario o dell’Inno Akàthistos alla Madre di Dio, alla pia pratica della Via Crucis o dell’Ufficio della Paràklisis alla Madre di Dio oppure ad altre preghiere delle rispettive tradizioni orientali, ad altre forme di devozione, o se almeno reciteranno il Credo, il Padre Nostro e una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli, con la volontà di adempiere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile.

- Gli operatori sanitari, i familiari e quanti esponendosi al rischio di contagio, assistono i malati di Coronavirus

- Fedeli che offrano la visita al Santissimo Sacramento, o l’adorazione eucaristica, o la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezz’ora, o la recita del Santo Rosario o dell’Inno Akàthistos alla Madre di Dio, o il pio esercizio della Via Crucis, o la recita della Coroncina della Divina Misericordia, o dell’Ufficio della Paràklisis alla Madre di Dio o altre forme proprie delle rispettive tradizioni orientali di appartenenza per implorare da Dio Onnipotente la cessazione dell’epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna di quanti il Signore ha chiamato a sé.

[fonte: www.gds.it]