Italia ferma fino a dopo Pasqua. Il ministro della Salute Roberto Speranza, durante l'informativa in Senato sulla situazione dell'emergenza coronavirus, ha confermato il prolungamento delle misure restrittive adottate dal governo per contenere la diffusione dell'epidemia. "I dati migliorano ma sarebbe un errore cadere in
facili ottimismi. L'allarme non è cessato e per questo è importante mantenere fino al 13 aprile tutte le misure di limitazioni economiche e sociali e degli spostamenti individuali".
Per il ministro della Salute ora è essenziale non abbassare la guardia: "Gli italiani hanno dato una grandissima prova di maturità. Gli esperti dicono che siamo sulla strada giusta, e che le misure drastiche adottate iniziano a dare risultati. Ma sarebbe un errore imperdonabile scambiare questo primo risultato per una sconfitta definitiva del covid, è una battaglia lunga, e non dobbiamo abbassare la guardia". La ripresa - precisa - "sarà prudente e graduale". Sulle modalità "sono al lavoro gli scienziati". E assicura "massima vigilanza per evitare speculazioni e cure fai-da-te". E considera il vaccino il traguardo indispensabile per un ritorno alla normalità: "Senza un vaccino -ha detto il ministro - non sconfiggeremo mai il Covid, siamo tutti consapevoli che per un periodo non breve dovremo sapere gestire questa fase di transizione ed evitare l'esplosione di nuovi focolai".
Infine spiega come è stato potenziato il Servizio sanitario nazionale. "Siamo arrivati a 9mila posti di terapia intensiva, 75 per cento in più in un mese". E chiede di trarre un insegnamento da questa tragica esperienza: "Questa crisi dimostra come il sistema sanitario nazionale costruito nel nostro Paese sia il patrimonio più prezioso che possa esserci. Su esso dobbiamo investire con tutta la forza che abbiamo ed è la cosa che conta davvero di più. Anche per onorare chi ha perso la vita nei presidi sanitari, deve tornare a essere strategico l'investimento sulla salute", ha concluso Speranza.
Tra gli interventi in aula, quello del senatore Matteo Renzi, che torna sul tema della riapertura, su cui ha insistito in questi giorni: "Riaprire non significa sottovalutare l'emergenza ma chi non si preoccupa di come riaprire sta sottovalutando l'emergenza. Io sto dicendo riapriamo con intelligenza e gradualità, altrimenti ogni settimana stiamo buttando dieci miliardi di euro e sarà una carneficina di posti di lavoro". E rivendica il ruolo della politica nella scelta delle modalità di riapertura: "Non facciamo l'errore di dare ai tecnici il potere di decidere quello che tocca alla politica". Quindi, insiste sulla commissione d'inchiesta: "Se non si fa una commissione parlamentare d'inchiesta quando ci sono 12 mila morti allora non si fa più".
[Fonte: www.repubblica.it]