Coronavirus. Domenica delle Palme senza ulivo? La Cei: «Basta una pianta verde»
La Domenica delle Palme è la domenica che precede la Pasqua e nella quale si ricorda l'ingresso di Gesù nella città di Gerusalemme, che avvenne in sella a un umile asino e tra schiere di cittadini in festa. Il giorno di questa festività cambia di anno in anno, perché
dipende dalla data in cui cade la Pasqua, a sua volta legata al calendario lunare: nel 2020 la Domenica delle Palme si celebra il 5 aprile.
La Domenica delle Palme
Questa ricorrenza è osservata da cattolici, ortodossi e da alcune Chiese protestanti. Si tratta del giorno che dà inizio alla settimana santa, quella cioè che conduce alla più importante festività del calendario cristiano: la celebrazione della passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo. Se la Domenica delle Palme apre la settimana santa, non chiude però il periodo della Quaresima, che termina solo nel corso del Giovedì Santo.
L'ingresso trionfale a Gerusalemme
Il racconto dell'ingresso di Cristo a Gerusalemme è presente in tutti e quattro i Vangeli, pur con piccole varianti fra un resoconto e l'altro. I fatti centrali di questo evento sono tre. Per prima cosa una folla numerosissima accoglie trionfalmente Gesù, autodefinitosi "Re dei Giudei", mentre entra nella città che è sede del potere politico e religioso della Palestina: un evento che porterà all'arresto e alla successiva condanna a morte per crocefissione.
Inoltre, l'ingresso avviene a dorso di un asino e non invece di un cavallo, l'usuale cavalcatura dei re: una scelta esplicita fatta in segno di umiltà e mitezza e affinché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta Zaccaria: "Dite alla figlia di Sion: Ecco il tuo re viene a te mite, seduto su un'asina, con un puledro figlio di bestia da soma".
La benedizione dei rami di ulivo o di palma
Terzo e ultimo fatto centrale: la folla accoglie Gesù sventolando rametti di alberi. Solo il vangelo di Giovanni specifica che si tratta di palme, e da qui deriva il nome Domenica delle Palme, mentre Matteo e Marco non scendono in dettagli e Luca non ne parla tout court.
In ogni caso, il tipo di accoglienza rimanda alla festività ebraica di Sukkot, in occasione della quale i fedeli giungevano in pellegrinaggio a Gerusalemme sventolando un mazzetto composto da rami di palma (simbolo della fede), mirto (la preghiera che si innalza al cielo) e salice (il silenzio rispettoso dei fedeli di fronte a Dio).
Oggi la liturgia della Domenica delle Palme prevede la benedizione di rametti di palma e di ulivo, simbolo di pace e un chiaro riferimento simbolico alla figura stessa del Cristo, che, attraverso il suo sacrificio, diventa strumento di riconciliazione e pace per l'umanità tutta. Ricordiamo inoltre, che, dopo il diluvio universale, una colomba portò a Noè un ramoscello d'ulivo per annunciare che cielo e terra si erano riconciliati.
Coronavirus. Domenica delle Palme senza ulivo? La Cei: «Basta una pianta verde»
Una Domenica delle Palme senza chiesa e senza... palme, cioè senza i tradizionali e tanto amati ramoscelli d'ulivo, simbolo della fede e memoria dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme. Un segno che anche chi non crede apprezza, gradisce ed espone volentieri nei propri ambienti di vita. Ma anche nelle restrizioni attuali l'ulivo può essere ugualmente parte di questa Domenica che introduce la Settimana Santa, anche se proprio di ulivo non dovesse trattarsi, se non si dispone di un albero a portata di mano. La Conferenza episcopale italiana nel suo Sussidio per le famiglie parla chiaramente di «rami d'ulivo, di palma o di altra pianta verde». Un'indicazione che vale per la partecipazione a distanza alla liturgia delle Palme e per il valore simbolico del ramo in sé, che dev'essere dunque parte di una «pianta verde», quale che sia, e non - per questo uso specifico - un disegno o un oggetto.
In questa settimana pasquale, così come ogni giorno di questi tempi così difficili di isolamento, le nostre case sono Chiesa, come ha detto il vescovo di Brescia, monsignor Tremolada, nel suo toccante videomessaggio alla diocesi (GUARDA QUA). E questa, nel dolore ma anche nella certezza della Risurrezione, sarà comunque una "Pasqua che non potremo dimenticare".
Per aiutarci a ricordare il tempo dell'anno che stiamo attraversando, c'è chi ha penato di aiutare a realizzare ramoscelli d'ulivo o palme in casa, accanto ai bambini, con carta e pennarelli. Lo insegna un tutorial pubblicato su Facebook il 31 marzo dalla parrocchia romana di San Tommaso Moro. "È possibile colorarle, metterle sulle porte o sul balcone. Le palme saranno benedette all'inizio della liturgia di domenica" (delle Palme, ndr), spiega il post, liturgia che ai fedeli sarà possibile seguire sui canali social.
Se l'intenzione è più semplicemente abbellire la casa con simboli propri del tempo pasquale, e nello stesso tempo spendere un po' di tempo con i figli in questa lunghissima quarantena, online si trovano decine di siti di "lavoretti" che propongono coroncine di Pasqua o uova colorate. Qui noi segnaliamo in particolare l'articolo di Aleteia, che spiega nel dettaglio come creare, con semplici fogli di carta, colori e forbici, dei bellissimi ramoscelli di ulivo da appendere alle finestre e dai balconi.
Tornando al sussidio che la Cei ha messo a disposizione "per fare della propria casa un luogo di preghiera e di celebrazione" (SCARICA QUI), il testo suggerisce l’utilizzo accanto a rametti d’ulivo (o di una pianta verde) di un crocifisso e di una lampada. Lo schema prevede una introduzione, la recita di alcuni Salmi e poi la proclamazione del Vangelo di Matteo che parla dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Al termine una preghiera a più voci e l’invocazione finale della «benedizione del Padre». Presente anche una meditazione da leggere dopo il Vangelo.
"Un membro della famiglia - si legge nelle pagine dedicate alla liturgia domestica nella domenica degli Ulivi - porta sul tavolo il vaso con i rami d’ulivo, di palma o di altre pianta verde. Colui che guida la celebrazione dice la seguente preghiera.
Dio onnipotente ed eterno,
attraverso un ramo di ulivo
hai annunciato a Noè e ai suoi figli
la tua misericordia e l’alleanza con ogni creatura,
e attraverso rami di alberi
hai voluto che tuo Figlio Gesù
fosse acclamato Messia,
Re di pace, umile e mite,
venuto per compiere l’alleanza definitiva:
guarda questa tua famiglia
che desidera accogliere con fede
il nostro Salvatore
e concedici di seguirlo fino alla croce
per essere partecipi della sua risurrezione.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen"
In questo contesto, come si vede, non c'è spazio per palme o ulivi fai-da-te, ma sarà facile, come detto, trovare in casa una pianta verde di qualsiasi specie per la celebrazione domestica.
Per quanto riguarda le Messe di Arcivescovi e vescovi e dei presbiteri, la Conferenza episcopale nella linee guide pubblicate nei giorni scorsi (LEGGI QUI) spiega che «gli Arcivescovi e i Vescovi, nelle Cattedrali, presiederanno la celebrazione eucaristica con il rito della benedizione dei rami di ulivo e la processione introitale alla Messa (seguendo la forma del Messale Romano cioè senza la processione solenne all’esterno della chiesa). Nelle chiese parrocchiali i presbiteri presiederanno la celebrazione commemorando l’ingresso del Signore in Gerusalemme in forma semplice (terza forma del Messale Romano), senza benedizione dei rami e senza solenne processione introitale alla Messa».
Disposizioni arrivano dai vescovi. Nei giorni scorsi con una lettera inviata ai sacerdoti, il vicario generale della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, don Jean Claude Hazoumé Kossi Anani, ha spiegato che, per quanto riguarda “i ramoscelli di ulivo della Domenica delle Palme, la Conferenza episcopale umbra non ritiene prudente, date le doverose precauzioni igieniche e la difficoltà di distribuzione, che siamo noi a prepararli e inviarli". L'ulivo "sarà benedetto a distanza per chi se li procura da sé, unendosi alla messa parrocchiale o alla messa del vescovo attraverso i mezzi di comunicazione disponibili".
[Fonte: www.quotidiano.net / Avvenire.it - Antonella Mariani]