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Mazara. "La Sicilia e il Medioevo", riprende dal 4 luglio il ciclo di con ferenze culturali. Nell'ambito della manifestazione "I Trionfi del Regno di Sicilia"

Riprende, dopo l'interruzione forzata per l'emergenza Covid 19, la serie di conferenze dal tema "La Sicilia e il Medioevo" a cura dell'Accademia Selinuntina con il patrocinio oneroso della civica amministrazione.

Il ciclo di conferenze, che riprenderà sabato 4 luglio per concludersi giovedì 16 luglio, fa parte della manifestazione culturale "I Trionfi del Regno di Sicilia" che dal 26 giugno scorso al Civic Center, ha registrato la riapertura al pubblico della Rassegna grafico pittorica dal tema “I tarocchi del Regno di Sicilia” curata dall’ arch. Mario Tumbiolo e dall'arch. Mario Giubilato dell'Accademia Selinuntina (opere del prof. Paolo Asaro). La mostra resterà aperta fino al prossimo 16 luglio, fruibile tutti i giorni comprese le domeniche dalle ore 8,40 alle ore 14 e dalle ore 16 alle ore 19.

Questo il programma dettagliato delle conferenze dal tema "La Sicilia e il Medioevo" che si svolgeranno nell'atrio del Civic Center (ex carcere mandamentale di corso Vittorio Veneto).

 Sabato 4 luglio ore 21,30
Relatori: don Pietro Pisciotta (Nascita della Diocesi Normanna di Mazara del Vallo) e prof. Francesco Saverio Calcara (Mazara: Sede del primo Parlamento europeo).

 Domenica 5 luglio ore 21,30
Relatori: arch. Mario Tumbiolo (La Mazara Medievale. Aspetti monumentali e storico urbanistici), o prof. Paolo Asaro (Genesi dell’Opera: “I trionfi del Regno di Sicilia”).

 Domenica 12 luglio ore 21,30
Relatori: prof.ssa Beatrice Cunsolo, docente di Storia dell’Arte (Il Cristo Pantocratore della Cattedrale del SS. Salvatore di Mazara. Studi storici ed iconografici), dott. Antonino Gancitano (Olimpia figlia del Guiscardo).

 Giovedì 16 luglio ore 21,30
Relatori: dott. Filippo Pisciotta, archeologo, Università di Aix-Marseille e Università di Palermo (ll relitto "A" di Lido Signorino (Marsala). Un carico di anfore di fine X - XI secolo), arch. Giuseppe Eracle Tallo, storico dell’Arte (La Croce dipinta della Cattedrale di Mazara. Ricerca storica ed analisi stilistica).

In allegato alcune riflessioni e note storiche dell'arch. Mario Tumbiolo sul periodo storico oggetto della manifestazione culturale.

Comune di Mazara - Ettore Bruno

Il toponimo di Mazara è uno dei nomi più antichi in Sicilia. Il nome di origine fenicia significa “il castello”.

Con l’avvento dell’Islam, la Sicilia fu suddivisa in tre “Wali”, cioè distretti amministrativi, di cui quello di Mazara fu il più esteso, detto appunto Vallo di Mazara. Nel 1862, al fine di perpetuare la memoria dell’antica sede del “Wali”, la civica amministrazione mazarese denominò la città “Mazara del Vallo”.

Il Medioevo, prima con l’avvento degli Arabi e successivamente con quello dei Normanni, ha rappresentato per Mazara (già emporio selinuntino) l’ingresso nella storia dell’Isola con forza ed autorevolezza per gli importanti “ruoli” che essa ha avuto in questo periodo.

L’essere stata una città importante ce lo testimonia un visitatore medievale d’eccellenza, Edrisi, il grande geografo musulmano del XII secolo, che ha descritto l’aspetto di Mazara, da lui visitata nel 1154, anno in cui morì Ruggero II. Edrisi ritrae Mazara proprio in questo periodo storico in cui la città siculo-normanna si presenta come un centro cosmopolita caratterizzato dalla pacifica convivenza di latini, greci e musulmani.

Questo periodo risulta, inoltre, storicamente rilevante per due importanti eventi: la fondazione del vescovado nel 1093 e l’assemblea dei vescovi e dei baroni del 1097. Questo consesso può essere considerato come il primo vero e proprio parlamento del regno.

Col diploma dell’ottobre del 1093, confermato nel 1100 dalla bolla apostolica di Pasquale II, il Gran Conte Ruggero affidava il governo della costituenda diocesi di Mazara al vescovo Stefano, un benedettino della comunità di S. Eufemia di Calabria. A datare dal 1072, proprio con l’avvento dei Normanni, la città si arricchisce di chiese, conventi e monasteri. Lo stemma municipale di Mazara del Vallo, concepito in epoca medievale, sintetizza tutte le opere fatte realizzare dal Gran Conte Ruggero la cui nota araldica così recita : d’azzurro, alla cortina di muro, d’oro, murata di nero, uscente dai fianchi e fondata in punta, aperta del Campo, la apertura munita di fascia diminuita, d’oro, posta a mezza altezza, essa cortina sostenente centralmente il Divin Salvatore, in maestà, con il viso, le mani, l’avambraccio destro, i piedi, di carnagione, capelluto e barbuto di nero, aureolato d’oro, benedicente, tenente con la mano sinistra il mondo d’oro, vestito con la lunga tunica di argento, e ammantato con il mantello a guisa di stola, di rosso, avvolgente e scendente a destra fino ai piedi, la cortina sostenente a destra il minareto poi Campanile, d’oro, con la parte superiore a guisa di obelisco, murato di nero, finestrato di tre in palo, cimato dalla piccola croce d’oro, a sinistra il castello d’oro, murato di nero, chiuso dello stesso, munito di tre torri, merlato alla guelfa, il fastigio di otto, le torri ognuna di tre. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole d’oro, INCLITA URBS. Ornamenti esteriori da Città.

Considerata l’importanza per la nostra città di quest’epoca storica, l’Accademia Selinuntina ha promosso un ciclo di conferenze, tendenti al recupero della memoria di questo fondamentale periodo storico, e una mostra, proposta dell’artista Paolo Asaro, avente come tema “I tarocchi del Regno di Sicilia”, opera grafica pittorica dell’artista siciliano che nella riproposizione delle carte dei tarocchi, in chiave storico artistica, ha evidenziato quel periodo che vide la nascita del Regno di Sicilia legato alla cultura arabo-normanna, i regni delle dinastie normanne e sveve, le casate degli Altavilla e degli Hohenstaufen. Un’epopea che, seppur così rilevante, rischia tristemente di cadere nell’oblio della memoria degli stessi siciliani.

La ricchezza del Regno di Sicilia non consisteva nell’oro, di cui i forzieri ne furono stracolmi, ma nella multiculturalità che permise l’affermarsi di una cultura nuova, siciliana appunto, aperta all’altro, al diverso, a quell’umanità multietnica che la Sicilia del Mediterraneo riuscì ad accogliere e a valorizzare.

Arch. Mario Tumbiolo