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Denise Pipitone, Piera Maggio dopo il caso Olesya: "Non mi sarei prestata a quel teatrino"

Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone, lancia un appello al programma Chi l'ha Visto?: "Chi conosce la verità parli adesso" 
"Sulla storia di Olesya voglio mettere un punto. Questa verifica andava fatta senza remore. Ovviamente il metodo che i russi pretendevano io non lo avrei mai accettato". Sono le parole di Piera Maggio, la madre di Denise Pipitone, ieri sera ospite alla trasmissione "Chi l'ha visto".

In trasmissione Piera Maggio è tornata a parlare del caso della ragazza russa, Olesya Rostova, che aveva raccontato a un programma televisivo russo di essere stata rapita da piccola e, per via di una somiglianza, si era ipotizzato che potesse essere la piccola Denise, scomparsa da Mazara del Vallo nel 2004. Il caso tenne col fiato sospeso tutta Italia, che sperava dopo 17 anni nel ritrovamento della bimba. L'analisi del gruppo sanguigno dimostrò poi che Olesya non era Denise. A occuparsi della vicenda un programma tv russo, che scatenò non poche polemiche sulla scelta di voler seguire in diretta il risultato del Dna, ipotesi poi rifiutata dal legale della famiglia di Denise Pipitone.

"Loro il Dna lo avevano ma io sarei dovuta andare in quella trasmissione a fare quel teatrino e non mi sarei mai prestata a questo - racconta Piera Maggio -. L’unico metodo era chiedere il gruppo sanguigno che serviva per evitare lo step successivo. Frazzitta è stato molto bravo e ci ha speso nottate. Perché non si è subito proceduto a dare subito tutto alla Procura? Perché sarebbero passati mesi e io non potevo aspettare".

"Non ho atteso nessun embargo, ho saputo subito il gruppo sanguigno della ragazza russa. Tutte le segnalazioni vanno verificate, per questa abbiamo seguito la via più veloce, grazie a Frazzitta”. (Fonte: GdS.it)

"Chi sa parli". Ne è certa Piera Maggio: qualcuno, e forse più di qualcuno, sa cosa è successo a Denise. Intervenuta in collegamento video nel corso della trasmissione Chi L'ha Visto? la "mamma guerriera" di Mazara del Vallo ribadisce, per l'ennesima volta, la necessità di stabilire la verità sulla scomparsa della sua bambina. "Sono passati diacessette anni, adesso basta. Aprite il cuore e dite la verità. Fatelo nella forma che più ritenete opportuna ma dite la verità", si rivolge con un appello accorato a chi potrebbe far luce, una volta per tutte, sulla drammatica vicenda.

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"Vogliamo la verità"

Dopo 17 anni di attesa, intrighi, depistaggi e bugie, il caso di Denise Pipitone potrebbe riservare ancora dei risvolti inattesi. Nonostante siano passate circa due decadi dalla scomparsa della bimba, il tempo sembra essersi fermato. Le lancette dell'orologio continuano ad oscillare tra le ore 11.35 e le 11.45 di quel tagico 1°settembre del 2004. Quindici minuti di buio, quindici minuti di blackout: quelli che hanno segnato l'inizio di un incubo senza fine, l'inizio di un giallo a tinte sempre più cupe. "Noi non molliamo, vogliamo la verità, vogliamo giustizia ma soprattutto non ho mai perso la speranza di riabbracciare mia figlia", ripete instancabilmente Piera Maggio. Chi ha rapito Denise?

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Gli errori nelle indagini

Tanti, troppi errori sono stati commessi nelle indagini relative alla scomparsa di Denise. E 17 anni più tardi, a fronte di considerazioni successive ai "mesi caldi" delle ricerche, quegli stessi errori appaiono ancor più evidenti. "Avrei tanto da dire - confessa Piera Maggio a Federica Sciarelli - Sin da subito ha notato che c’era qualcosa che non andava nelle indagini. Nelle ricerche ci sono state persone che hanno messo anima e cuore per ritrovare Denise. Ma altre, che forse non erano competenti e altre ancora che non dovevano starci, non non le hanno favorite". Secondo indiscrezioni, le persone intercettate a quell’epoca avrebbero saputo di essere ascoltate dagli inquirenti. L'ipotesi - mai confermata - è che qualcuno coinvolto nelle indagini avesse riferito ai sospettati dell'attività investigativa. "Perché qualcuno delle forze dell’ordine di quell’epoca non ci racconta come sono andati i fatti visto che un pubblico ministero e chi curava le indagini sono stati traditi nell’esercizio delle loro funzioni?", lancia un appello l'avvocato Giacomo Frazzitta, ospite in studio del programma.

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Il "caso" di Jessica Pulizzi

Al tempo delle prime indagini, le attenzioni degli investigatori convogliarono tutte su Jessica Pulizzi, figlia di Pietro Pulizzi, il padre naturale di Denise. La ragazza, all'epoca dei fatti minorenne, fu accusata di sequestro in concorso della bambina. Tuttavia, fu assolta in tutti e tre i gradi di giudizio nel processo a suo carico per insufficienza di prove. Eppure, Piera Maggio è fermamente convinta del coinvolgimento della giovane Pulizzi nella vicenda e lo ribadisce, ancora una volta, ai microfoni di Chi l'ha Visto? "Passava tutti giorni nella strada dove abitavo - rivela - Non passava per andare a trovare la sorella dell’ex fidanzato. Jessica mi ha squartato tutte e quattro le ruote della macchina. C’è stato anche un incendio a una erboristeria di mia sorella". A detta di mamma Piera, Jessica non avrebbe agito da sola bensì con la complicità di sua madre Anna Corona, ex moglie di Pietro Pulizzi. "Quando è stata sequestrata Denise io lo dissi ai due marescialli - continua -indirizzandoli ad andare a casa di Anna Corona. Per me, nell’immediatezza, non potevano essere che loro".

Fonte: ilgiornale.it - Rosanna Scognamiglio