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Pesca: raccolte 20.000 firme petizione a tutela marittimi. Uila, 12.000 imprese in Italia, settore Cenerentola

Sono 20.000 le firme raccolte per la petizione a tutela dei pescatori promossa da Cgil, Cisl e Uil. Il dato è stato reso noto a Mazara del Vallo dai sindacati. La petizione è stata avviata, su tutto il territorio nazionale, lo scorso 18 maggio, dopo l'ennesima sparatoria contro un peschereccio mazarese nel mare Mediterraneo.

"Qualcuno deve dirci oggi se i pescatori possono andare in quelle acque a pesca oppure no. Se nessuno ha voglia di dare risposte, deve cambiare mestiere", ha detto Antonio Piccillo, capo dipartimento pesca Flai Cgil. "L'obiettivo della petizione è quella di dare un messaggio chiaro ai ministri Patuanelli e Di Maio affinché si impegno più decisamente, attraverso le vie diplomatiche, a risolvere la questione con la Libia", ha osservato Patrizio Giorni, segretario nazionale Fai Cisl. "Quanto vale in questo Paese - ha affermato Enrica Mammuccari, segretaria Uila pesca - la vita di chi lavorando rischia il mare? Io, purtroppo, la risposta ce l'ho: vale pochissimo".

Sono 12 mila le imprese presenti nelle flotte pescherecce in Italia, 25.000 gli addetti del settore. Sono i numeri del comparto pesca in Italia illustrati a Mazara del Vallo dalla segretaria nazionale Uila Pesca, Enrica Mammuccari. "La pesca è la cenerentola del nostro Paese - ha detto Mammuccari - oltre all'estinzione di un mestiere oggi si aggiunge anche il rischio per la vita". La sindacalista ha incontrato alcuni familiari dei pescatori rimasti sequestrati in Libia per 108 giorni nel 2020. "Oggi l'unico Paese che difende la pesca nel Mediterraneo è l'Italia - ha detto - quello che vogliamo è, però, un Mediterraneo di pace, con regole condivise tra tutti i Paesi che si affacciano su questo mare". (ANSA)