Un successo oltre ogni attesa quello raccolto dai Borghi dei Tesori e dalle Vie dei Tesori, i due progetti siciliani che sono stati presentati alla Borsa Internazionale del Turismo, a Milano. Due conferenze affollatissime, tanti talk con protagonisti dei due circuiti, lo stand preso d’assalto non soltanto dal pubblico curioso della prima giornata, ma anche e soprattutto dagli operatori del turismo, attenti a cogliere le possibilità che offre un “prodotto” fatto di sensazioni, di comunità, di luoghi inediti e percorsi alternativi ai soliti tour.
Sotto lo sguardo benevolo e le “sortite” inattese di dei e dee,
fauni, satiri e Medusa di Savatteri Produzioni - partner dell’associazione
Borghi dei Tesori - che hanno meravigliato il pubblico della BIT e sono stati
protagonisti di scatti e post social, i due progetti sono stati presentati
nello spettacolare padiglione della Regione siciliana,
ospiti dell’assessore al Turismo Elvira Amata. Con Laura
Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori e dell’associazione
Borghi dei Tesori; Sandro
Pappalardo, membro del CdA dell’Enit ed
ex assessore regionale al Turismo; l’attore e performer Luca
Vullo, il regista Marco Savatteri (che ha guidato i
performer che hanno animato la BIT); Pierfilippo Spoto, animatore
del turismo nei borghi, Alberto Russo di Poste Italiane, che ha sostenuto l’anno
scorso i progetti. Molti sindaci e assessori delle città e
dei borghi della rete hanno invece raggiunto lo stand per intervenire
a dibattiti seguiti sui canali social del festival.
Il mondo del turismo
internazionale è alla ricerca di questo genere di offerte, amate dagli stessi
cittadini, ma adorate dal turista globetrotter che accanto ai grandi
attrattori, cerca la cappella nascosta, il castello arroccato, il volo sulle
saline o l’artigiano di un tempo. Ma questi sono soltanto esempi, i luoghi da
visitare sono centinaia in città, grandi, piccole e piccolissime: si preparano
alle nuove edizioni 2023 sia i Borghi
dei Tesori, la rete di 45 piccoli comuni che nel 2021 si sono uniti,
sotto l’egida delle Vie dei Tesori, per formare un circuito nuovo e inatteso;
che il pubblico ha premiato con numeri importanti, 25 mila visitatori nelle
prime due edizioni; che Le Vie dei
Tesori, il festival “madre” ideato nel 2006 per l’Università di Palermo
per seminare conoscenza fuori dal mondo accademico, divenuto il più importante
progetto dedicato alla valorizzazione del patrimonio della Sicilia.
Anticipato da una preview dal 29 aprile al 14 maggio - costruita
con l’Università di Palermo e dedicata al “Genio di Palermo”, il nume tutelare
della città e, in forma allargata, alla creatività e al talento in tutte le sue
forme - il festival partirà proprio con i Borghi, in sinergia con le amministrazioni
comunali: dal 26 agosto al 10
settembre, tre weekend per scoprire 45 realtà diverse l’una dall’altra,
in tutte e nove le province siciliane. Ci sono comuni arroccati sulle montagne
e altri distesi in riva al mare; alcuni colmi di tesori archeologici, altri
immersi in una natura padrona e rigogliosa; alcuni già con una vocazione
turistica radicata, altri lontani dai circuiti. Sono tutti fieri della loro
autenticità, custodi di tradizioni, piatti, sagre, piccole chiese di comunità e
musei gioiello. Dal 16 settembre
all’1 ottobre, il primo gruppo di città: dalle tre del Trapanese,
legate profondamente al mare, Trapani,
Marsala e Mazara del Vallo; poi Messina,
Enna, Caltanissetta; attorno a Palermo, Carini, Bagheria e Termini Imerese. E le due debuttanti2023, Gela che custodisce un passato
straordinario da potente colonia greca affacciata sul mare; e Mazzarino, la potente signoria dei
Branciforte, lontana dai circuiti turistici.
La terza tranche del
festival partirà il 7 ottobre: fino al 22, per altri tre
weekend, tra la costa sud, con Ragusa,
Scicli e Noto; e la costa ovest, Sciacca
e Alcamo, e, più vicina al
capoluogo, Cefalù. Tutto ottobre
sarà occupato dalle due capitane: Catania, nera di lava, profonda, bellissima, dove si passerà dai
passaggi segreti delle monache alle grotte sotterranee. E Palermo, dove tutto è cominciato, la città dove Le Vie dei Tesori
sono la narrazione di centinaia di luoghi, cuore di esperienze e laboratori,
anche per i più piccoli. E per tre weekend, anche Mantova – dove il festival è presente da cinque anni – aprirà le
sue porte.
Centinaia di luoghi delle
più diverse titolarità: Stato, Regione, Comuni, Diocesi, Università, privati,
visitabili tutti insieme; palazzi nobiliari, cripte sconosciute, carceri
dimenticate, giardini segreti, laboratori scientifici, che diventano
comprensibili, condivisibili, proprietà della comunità. Ma anche centinaia di
tour condotti da accademici, botanici, urbanisti, architetti, e un ventaglio di
esperienze speciali: tour in Piper sulle rotte storiche, giri in barca,
degustazioni, escursioni nella natura. Il progetto completo e strutturato delle
Vie dei Tesori è ormai divenuto una case-history studiata nelle Università,
capace di destagionalizzare il turismo nell’Isola e di attirare un numero altissimo
di visitatori tra settembre e ottobre, con una ricaduta di ricchezza sulla
Sicilia di oltre 6 milioni di euro (dati Otie).
Una rivoluzione, con numeri da capogiro – nel 2019
sono state 420mila presenze in 8 fine settimana – che, come ogni altra rassegna,
ha subito l’avvento della pandemia. Ma quando tutte le manifestazioni venivano
cancellate o rimandate, il festival ha deciso coraggiosamente di confermare il
suo impegno, non si è fermato e ha
riscritto le sue visite secondo precisi criteri di sicurezza: il pubblico lo ha
premiato e, dallo scorso anno, i numeri hanno ricominciano a crescere. Il 2021 –
anno in cui sono nati I Borghi dei Tesori - ha contato 190 mila visitatori strettamente
contingentati che nel 2022 sono diventati 250 mila (Palermo ha sfiorato i 166 mila visitatori e Catania superato
i 16 mila) con un incremento del 23
per cento rispetto all’anno precedente, e
un indice di gradimento del pubblico che supera il 95 per cento.
“Le Vie dei
Tesori, e da tre anni anche i Borghi dei Tesori – dice il presidente della
Fondazione, Laura Anello – sono la manifestazione di comunità che si
riappropriano del loro patrimonio, imparano a conoscere la propria storia
attraverso luoghi ed esperienze, partecipano a una semina partecipata di
conoscenza e attraggono centinaia di migliaia di visitatori che trovano una
Sicilia tutta aperta e raccontata. I luoghi abbattono le proprie barriere di
titolarità, pubblica e privata, e diventano un unico museo diffuso visitabile
secondo vicinanza geografica o suggestioni tematiche: dall’arabo-normanno al
Settecento, dai luoghi del Liberty all’archeologia industriale”.
È una manifestazione che costruisce reti:
scelto quest’anno dall’assessorato regionale al Turismo tra le manifestazioni
che promuovono SeeSicily,
Le Vie dei Tesori ha potuto contare sul supporto del main sponsor UniCredit; ha saputo creare sinergie e
dialogo, grazie alla collaborazione di oltre 200 partner tra Regione, Atenei,
Comuni, Diocesi, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi
nobiliari, col sostegno di Poste
Italiane e Amg Gas. La sinergia
con Monopoly ha regalato a Palermo il famoso gioco
e il festival lo ha arricchito di contenuti multimediali.
Si andrà per terra, per
mare, per aria: luoghi inediti, angoli sconosciuti, piccoli musei gioiello che,
facendo rete e trascinandosi a vicenda, rendono la Sicilia un unico museo
bellissimo, visitabile in maniera smart, veloce, competitiva. Con un unico coupon per visitare
i siti, che non è nominale, si acquista sul sito, è valido per le città che
fanno parte della stessa provincia, nell’arco dell’intero festival. Sul posto,
i visitatori troveranno le guide oppure audioguide d’autore, accompagnati anche
dai siti www.leviedeitesori.it e il
neonato (e bellissimo) www.borghideitesori.it,
dai social e dal magazine del festival, dove leggere curiosità,
approfondimenti, schede.
ufficio stampa Le Vie dei
Tesori