Ci sono anche i teatri Sollima di Marsala, Selinus di Castelvetrano e Garibaldi di Mazara nell’elenco delle opere da inserire tra i monumenti nazionali. L’emendamento al Parlamento nazionale, presentato nei giorni scorsi dalla deputata del PD Giovanna Iacono, è frutto di un certosino lavoro di indagine svolto nelle scorse settimane con il deputato regionale trapanese Dem Dario Safina.
“L’atto parlamentare dovrebbe essere discusso in aula oggi pomeriggio – spiegano i deputati nazionale e regionale Giovanna Iacono e Dario Safina – e speriamo che venga favorevolmente accolto così da rendere omaggio ad alcune delle più preziose opere d’arte presenti nella Sicilia occidentale e da porre rimedio alla politica sempre più miope e distratta di questo centrodestra al governo”.
Il teatro più antico tra i tre è il Teatro Selinus di Castelvetrano, risalente al XVIII secolo. Questo magnifico esempio di architettura teatrale conserva intatta la sua bellezza e il suo fascino, rappresentando un importante punto di riferimento nella storia culturale della Sicilia occidentale.
Il Teatro Sollima di Marsala, costruito nel XIX secolo, è un altro capolavoro dell'arte teatrale siciliana. La sua maestosità e la sua ricchezza artistica lo rendono un luogo imperdibile per gli amanti dello spettacolo e della storia.
Infine, il Teatro Garibaldi di Mazara del Vallo, anch'esso eretto nel XIX secolo, rappresenta un'icona della cultura e dell'identità locale. La sua importanza storica e artistica è testimonianza della vivace tradizione teatrale della regione.
"Il nostro patrimonio culturale è la memoria e la tradizione della nostra terra – concludono i due esponenti del PD -. È nostro dovere assicurarci che le generazioni future possano godere di questa preziosa eredità”.
L'iniziativa parlamentare rappresenta un passo significativo verso la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale della Sicilia occidentale, testimoniando l'impegno della politica di centrosinistra per la conservazione delle sue radici storiche e culturali.
Comunicato stampa