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Don Giuseppe Alcamo: Natale 2024

Il tempo del compimento dei giorni del parto di Maria, che avvenne al tempo di Cesare Augusto, chiude il tempo del censimento ed apre il tempo della Speranza. Maria ci consegna la Speranza fatta carne innocente.

Il bisogno di sperare per l’uomo è vitale, come l’aria che respiriamo. Chi non nutre speranze è già morto, perché non sa guardare al futuro, non sa intravvedere l’alba del giorno che viene, non sa attendere il tempo della vendemmia o della raccolta del grano. Nessun marittimo si imbarca senza la Speranza nel cuore di ritornare a casa con le nasse piene di pesci che la provvidenza gli dona.

Non, comunque, una Speranza ingenua e facile, che non mette in conto la fatica di tenerla desta e di alimentarla con il proprio operato, intelligente e generoso.

La nascita di Gesù non ci fa entrare nel tempo della disperazione, né in quello della Speranza facile, ma nel tempo di una Speranza umile, che si fa carico delle sofferenze dell’umanità, perché deve fare i conti, questa Speranza, con la violenza e la morte che tutte le guerre, grandi e piccole, segrete e pubbliche, familiari e sociali, portano. È la Speranza crocifissa, che non si spegne e continua a lottare contro ogni disperazione. Siamo dentro questo meraviglioso tempo di Speranza.

Non si può accedere alla Speranza in modo banale e con discorsi retorici, ma mettendosi in gioco e provando ad essere educatori di amore genuino, che sappia resistere alla prova del fuoco della tentazione all’egoismo o alla vendetta. Chi vive di Speranza non può più vivere per se stesso.

In questo tempo di Speranza, ognuno raccolga le sue forze spirituali, si collochi dentro la grotta, accanto a Maria e Giuseppe, lasciandosi riscaldare dal bue e dall’asino e contempli il volto innocente di Gesù che si rende presente in ogni bambino.

Auguri a tutti

don Giuseppe Alcamo