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19 Marzo, festa di San Giuseppe e del papà

Sequestro per Totò Riina: Tra i beni anche una Villa a Mazara in cui passava le vacanze

(Mercoledì 19 Luglio 2017)
Palermo - «Io, se recupero pure un terzo di quello che ho sempre ricco sono», diceva il boss Totò Riina, intercettato in carcere. Altro che famiglia di nullatenenti, come scriveva qualche giorno fa la figlia del capo dei capi al Comune di Corleone, dicendo di avere diritto al bonus bebè.

Era una messinscena, il bonus bebè non è stato concesso. I carabinieri del Ros sono riusciti a scoprire un tesoretto del padrino rinchiuso al 41 bis dal 1993: una villa a Mazara del Vallo, e 38 conti correnti, che sono intestati ai familiari. In quella villa, in via degli sportivi 42, Riina ha trascorso le sue ultime estati da uomo libero; dopo l’arresto, è arrivato il fratello Giacomo (e sembra che la moglie di Totò non abbia proprio gradito). Nel 1984, un’altra villa di Giacomo Riina era stata confiscata dal giudice di Trapani Alberto Giacomelli, che pagò con la vita questo provvedimento, il 14 settembre 1988. Per quell’omicidio, Totò Riina è stato condannato all’ergastolo.

Il “nullatenente” Salvo Riina, lo scrittore di famiglia intervistato da Bruno Vespa nel suo salotto, ha un conto in banca, con relativa posizione per fare trading on line e un conto alla Poste, con annessa carta. La figlia grande del capo dei capi, Maria Concetta, residente col marito a San Pancrazio Salentino, in Puglia, gestisce invece tre conti alle Poste e uno in banca. La figlia piccola, Lucia, di professione pittrice con tanto di sito Internet per pubblicizzare i suoi lavori, ha un conto e un deposito a risparmio alle Poste, un altro in banca.

MANAGER DI FAMIGLIA

Il manager di famiglia è il marito di Maria Concetta, Tony Ciavarello, imprenditore impegnato nel settore dei ricambi per auto e delle riparazioni: gli sono state sequestrare tre società nate dal nulla, la Clawstek srl e la Rigenertek srl, con sede a San Pancrazio Salentino, la Ac Service srl con sede a Lecce. Sigilli anche per le disponibilità economiche di Ciavarello, che sono custodite in 16 conti correnti bancari, un conto postale, due depositi titoli e due depositi a risparmio. Gli investigatori del Ros hanno scoperto che fra il 2003 e il 2010, il genero di Riina ha versato in contanti 136 mila euro, di cui 97 mila su un conto del Monte dei Paschi di Siena. Da dove arrivavano quei soldi?

LE INTERCETTAZIONI

Anche donna Ninetta ha una gran bella disponibilità di contante. Fra il 2007 e il 2013 ha emesso assegni circolari o vaglia postali per i propri parenti detenuti (marito e figlio). Totale, 42 mila euro. Da dove arrivano questi soldi? Come vive la famiglia dei nullatenenti Riina? Il procuratore Francesco Lo Voi e il suo aggiunto Dino Petralia hanno ottenuto dal tribunale Misure di prevenzione (presidente Raffaele Malizia, a latere Giuseppina Di Maida e Vincenzo Liotta) il blocco dei conti, adesso partiranno verifiche più approfondite.

«Io, se recupero pure un terzo di quello che ho sempre ricco sono», diceva il boss Totò Riina intercettato dai pm del processo “Trattativa Stato-mafia”. «Se recupero recupero e se non recupero, pazienza, se li gode la gente e i picciotti». In quelle intercettazioni c’era il riferimento a un nipote prediletto. «Queste proprietà sono mie e di mio nipote...questo mio nipote è importante». Il nipote che i boss di Corleone chiamano il “messia”. Il messia, Giovanni Grizzaffi, è tornato a Corleone il 5 luglio, scarcerato dopo 30 anni. Un altro scarcerato eccellente che fa paura.

Ma sono arrivati prima i carabinieri. Negli ultimi due anni, i carabinieri della Compagnia di Corleone hanno già bloccato i vertici della famiglia, uno degli ultimi capi era un insospettabile dipendente comunale, che guidava tanti affari.

Le microspie hanno svelato la pesante interferenza di Cosa nostra anche nella gestione di alcuni terreni di proprietà della Curia di Monreale. E, adesso, il tribunale ha disposto l’amministrazione giudiziaria per sei mesi dell’azienda agricola dell’Ente Santuario Maria Santissima del Rosario di Corleone. Un provvedimento che secondo la procura è necessario per estromettere le infiltrazioni di mafia nella gestione dei terreni e nella distribuzione delle rendite.

[Fonte: repubblica.it - SALVO PALAZZOLO]