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Mazara, allarme per gli scippi: anziani nel mirino

Mercoledì 6 Gennaio 2016
Mazara - Fiutano le 'prede' da lontano, le seguono, le avvicinano con le scuse più banali o addirittura senza scuse, scippano e fuggono via a gambe levate. Il fenomeno della microcriminalità a Mazara è in forte crescita e a farne maggiormente le spese sono le donne ma anche gli uomini anziani.

Le zone a rischio sono tante: le poste, le banche, i negozi, i supermercati, le gioiellerie. Donne e uomini che vengono rapinati in pieno giorno, a due passi dai punti nevralgici della città, la stima si aggira attorno ai quattro furti al dì. Vengono derubati di borse, contanti, orologi e smartphone, in qualsiasi ora del giorno.

Ormai, oltre ai classici gioielli e soldi, si ruba di tutto: rame, ferro, plastica, ceramica, generi alimentari, pure pomelli e battenti di ferro, dai portoni delle abitazioni. La preoccupazione dei cittadini scaturisce anche dal fatto che nelle azioni delittuose c' è sempre più spregiudicatezza e, quindi, la preoccupazione non solo di perdere i propri beni personali ma anche quella che riguarda l' incolumità fisica. Una raccomandazione che ci perviene da una cittadina che di recente ha subito un furto, è quella di tenere, nei limiti del possibile, sportelli e finestrini delle automobili chiusi, poiché, delinquenti si affiancano alle vetture ed in un battibaleno prelevano borse, borselli e quant' altro.

“Non ci sentiamo sicuri – attacca Francesco Gancitano, pensionato di 72 anni – lo Stato non riesce a tutelarci, forse non ci prova neppure. Siamo lasciati soli, abbandonati in balia della microcriminalità. Denunciare è inutile perché questi malviventi se vengono scoperti dopo poche ore sono già in strada”. La paura si somma al senso di impotenza nei confronti di una escalation di rapine e borseggi giunta a livelli inaccettabili. “Non riusciamo più a vivere serenamente e questo non è giusto - dice Maria D. 68 anni. Diventa un problema anche passeggiare in centro e andare a messa”. La rabbia è tangibile, si nota dagli sguardi quando si torna a parlare del fenomeno, risiede nei gesti, nelle parole, nei racconti di chi ha vissuto in prima persona uno dei tanti episodi di cronaca riportati poi sui giornali. “Sono stata avvicinata da due ragazzi qualche tempo fa, intorno alle 11 del mattino, in via Salemi – racconta F. A. 27 anni, che risiede nei pressi dell’ospedale Abele Ajello. Mi hanno accerchiata, ho dato tutto quello che avevo in tasca, solo venti euro, e dopo sono rimasta pietrificata mentre i malviventi correvano via. La paura la sento ancora addosso e la cosa più brutta è il fatto che la gente attorno vede, osserva e non ti aiuta”. E se qualcuno oppone resistenza rischia di farsi del male sul serio, come è successo qualche volta. L’attività di controllo delle forze dell’ordine c’è, se pur limitata per uomini e mezzi insufficienti. La video sorveglianza, entrata in funzione, può essere un deterrente ma non basta. Si raccomanda a donne ed anziani di fare molta attenzione uscendo di casa, non portare addosso oggetti preziosi, denaro, carte di credito, nel caso di “scippo” non usare resistenza. “Non possiamo però vivere da prigionieri anche se si passeggia” - dice T. R. 81 anni – noi vogliano passeggiare senza timori e paure, altrimenti restiamo a casa a vedere la TV. E sarebbe la nostra condanna”.

[fonte: GdS - Salvatore Giacalone]