Testo

🕘 |✉️ Contatti |🎓 Disclaimer |▶️ Mazara News YouTube |🎦 Ultimi Video |⚕️ Farmacie di Turno |

In Evidenza::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Mazara. Conclusi i festeggiamenti in onore di Santa Gemma 2024

"Truffa sui contributi per costruire la chiesa", indagato il Vescovo di Mazara del Vallo

Sotto accusa monsignor Domenico Mogavero e altri sette. L'opera era stata finanziata dalla Cei ma furono chiesti soldi pure alla Regione
(Giovedì 30 Marzo 2017)
Mazara - Un'opera "avveniristica" per il quartiere Trasmazzaro-Miragliano, una cattedrale nel deserto di una "zona espansione" di Mazara del Vallo priva di vere e proprie opere di urbanizzazione. Cinque anni di lavoro, tre milioni di euro tra fondi della Cei e contributi regionali, 500.000 euro dei quali sarebbero finiti altrove. Una truffa secondo i pm di Marsala che, adesso, contestano anche questo reato e l'abuso d'ufficio al vescovo Domenico Mogavero, già indagato per appropriazione indebita da più di un anno per presunti ammanchi milionari e per un utilizzo
improprio dei fondi dell'8 per mille andati alla Curia.

La nuova ipotesi di reato, contestata anche al predecessore di Mogavero, monsignor Calogero La Piana, vescovo di Mazara dal 2002 al 2006 prima di essere spostato a Messina, all'architetto Francesco Scarpitta e all'ingegnere Bartolomeo Fontana che hanno curato il progetto e la realizzazione della chiesa, è contenuta nell'avviso di conclusione delle indagini che è stato notificato a tutti gli indagati a firma del sostituto procuratore Antonella Trainito. "Non ho nulla da dire, sto cercando di capire, di valutare elementi di carattere tecnico contenuti in questo provvedimento della magistratura che è appena arrivato", si limita a dire monsignor Mogavero che, assistito dagli avvocati Nino Caleca e Stefano Pellegrino, nei prossimi giorni chiederà di essere interrogato dalla pm Trainito. Otto in tutto gli indagati e tra questi anche l'ex economo della Curia don Franco Caruso, Antonino Gaudente e Gaetano Stradella, titolari delle ditte incaricate della realizzazione della chiesa.

Costruita su un terreno acquistato dalla diocesi negli anni Novanta quando era vescovo monsignor Emanuele Catarinicchia, il contributo alla Cei fu chiesto da monsignor La Piana e la parrocchia di San Lorenzo fu costruita dal 2007 al 2011 e inaugurata da monsignor Mogavero nel 2012.

La truffa sarebbe consistita nel richiedere alla Regione siciliana il contributo per la realizzazione dell'opera che era già stata finanziata dalla Cei con quasi un milione e mezzo di euro dell'8 per mille. A Monsignor Mogavero, i pm contestano di aver firmato falsi contratti, falsi stati di avanzamento dei lavori e di consegna dell'opera.Per altro, per la realizzazione di quella e altre due chiese, la diocesi ha contratto un mutuo da quattro milioni di euro con Banca Prossima del gruppo Intesa San Paolo e Unicredit. I conti però non tornano. Dagli accertamenti di bilancio fatti dagli investigatori che ormai da tre anni cercano di fare chiarezza sul grosso buco in bilancio della diocesi che monsignor Mogavero ha sempre ammesso pur sostenendo di essere all'oscuro dei movimenti che lo avrebbero provocato, sarebbe emerso il nuovo reato di truffa perché sarebbero stati impiegati per la stessa opera contributi sia regionali che europei. Né si è mai trovata traccia del milione di euro scomparso dal fondo del mutuo.

L'avviso di conclusione delle indagini riunisce tutti gli episodi contestati alla gestione economica del vescovo di Mazara, a cominciare da 570.000 euro di fondi dell'8 per mille che sarebbero stati destinati ad altro e non ad iniziative benefiche come prevede la legge. Gli investigatori della Finanza hanno cercato di districarsi

tra i tanti conti correnti, tra cui una sorta di conto segreto (di cui monsignor Mogavero ha sempre detto di essere all'oscuro) tutti riconducibili alla Curia che hanno movimentato centinaia di migliaia di euro dei fondi della Diocesi da e per conti privati. Tutte operazioni che sarebbero state effettuate sotto l'egida dell'ex economo don Franco Caruso accusato di malversazione che, sentito dagli inquirenti, sostiene invece che Mogavero fosse a conoscenza di tutto.

[Fonte: repubblica.it - ALESSANDRA ZINITI]


Indagine Procura di Marsala su Vescovo Mogavero. La nota dei legali del Vescovo

«Chiederemo un interrogatorio del Vescovo per chiarire quanto oggi viene contestato dalla Procura di Marsala». Lo ribadiscono gli avvocati Stefano Pellegrino e Nino Caleca che difendono il Vescovo Domenico Mogavero, al quale la Procura ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini durate quasi due anni. L’avviso è stato notificato ad altre sei persone. Sono due le accuse mosse nei confronti del Vescovo: la prima per truffa e l’altra per appropriazione indebita. «La prima vicenda – spiegano i legali – ha avuto inizio con la richiesta e l’ottenimento dei finanziamenti alla Regione Siciliana e alla Cei da parte del Vescovo Calogero La Piana». Così spiegano i due avvocati: «I fatti risalgono al 2005, allorquando la Regione Siciliana concesse il contributo di 1.363.415 euro e, nel febbraio 2007, la Diocesi ottenne il finanziamento di 1.474.000 euro da parte della Conferenza Episcopale Italiana per la realizzazione del complesso parrocchiale San Lorenzo a Mazara del Vallo. In particolare, secondo l’accusa, il Vescovo La Piana prima e, successivamente, nel corso della realizzazione dell’opera il Vescovo Mogavero, non avrebbero comunicato alla Cei il contemporaneo finanziamento della Regione. Ancora, secondo l’accusa, tutto ciò avrebbe determinato la sospensione, o comunque la riduzione, dell’importo finanziato. Però – dicono sempre i due avvocati – la Cei non è stata mai tratta in inganno perché, anche se fosse stata portata a conoscenza del contestualmente contributo regionale, avrebbe ugualmente concesso l’ulteriore finanziamento. Peraltro, la stessa Procura da atto, per averlo accertato, che nessuna somma è stata oggetto di appropriazione da parte del Vescovo Mogavero o degli altri indagati, dato che tutte le somme erogate, sia quelle regionali che della Cei, sono state impiegate regolarmente nella realizzazione dell’opera». «Il reato di appropriazione indebita, invece, viene contestato perché il Vescovo si sarebbe appropriato di 185 mila 600 euro, vicenda per la quale già in una prima fase sono stati prodotti documenti e relazioni a difesa – spiegano i due legali – in particolare, in relazione alla vicenda meno chiara relativa a un bonifico di 100 mila euro, del quale il Vescovo contabilmente sarebbe stato il beneficiario, è stato provato, accertato e documentato tramite il codice Iban che il suddetto bonifico risulta addebitato sul conto diocesano acceso presso la Banca Prossima e accreditato regolarmente a Ernesto La Magna (artista che ha realizzato le opere sacre nella nuova chiesa madre di Pantelleria, ndr) sul conto corrente dallo stesso aperto presso la Banca Monte Paschi di Siena – e non su quello del Vescovo come dice l’accusa – quale acconto per le spettanze dovute per le opere realizzate per la chiesa di Pantelleria. Si è trattato di un mero errore di redazione della scrittura contabile effettuata da altri». Gli avvocati Pellegrino e Caleca concludono: «È risultato provato, accertato e documentato da una relazione dettagliatissima che mai il Vescovo si sia appropriato o abbia sottratto, a qualsiasi titolo, alcuna somma di denaro o di altre utilità».

Max Firreri

Addetto stampa del Vescovo e della Diocesi di Mazara del Vallo