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Il Sinalp Sicilia condivide la denuncia dell'Assessore Gaetano Armao. Le accise sui prodotti petroliferi sono della Sicilia e dei siciliani

(Domenica 15 Aprile 2018)
Palermo - Finalmente il rappresentante di un Governo Siciliano, L’On. Gaetano Armao, ha avuto il coraggio di anteporre “i superiori interessi dei siciliani”, di Milazziana memoria, all’arroganza predatoria del Governo Nazionale.

La Sicilia è creditrice di 600 milioni di euro nei confronti dell’Italia in base ad una norma approvata dallo stesso governo nazionale.

Ma dopo aver preteso “sudore e sangue” dai siciliani, adesso lo Stato italiano ha “dimenticato” di rispettare una sua stessa legge che prevede la restituzione di una parte delle accise sui prodotti petroliferi siciliani.

Il Sinalp Sicilia condivide pienamente l’azione intrapresa dal Governo Musumeci attraverso il suo Assessore al Bilancio On. Armao nel pretendere il rispetto delle norme.

Non è tollerabile che l’Italia impone alla Sicilia, che da sola produce oltre un milione di greggio tra le estrazioni sulla terra e sul mare, la colonizzazione delle multinazionali petrolifere con 12 permessi di estrazione e ricerca ai quali vanno aggiunti altre 18 richieste di permessi di prospezione in attesa di autorizzazione, dei quali due sul mare, e non ci viene riconosciuto alcun ritorno economico. Non è tollerabile che la Sicilia subisca l’invasione delle multinazionali petrolifere con il consequenziale inquinamento ambientale e le imposte vadano tutte allo Stato Nazionale. I giacimenti di petrolio più importanti in Italia si trovano in Sicilia e nel suo immediato offshore, in particolare quello di Ragusa e quello di Gela sono i più grandi giacimenti in assoluto e sono perfettamente in linea con i grandi giacimenti del Golfo Persico, oltre a questi vi sono altri giacimenti sia nella parte orientale dell'isola che in quella occidentale. La produzione di Greggio Siciliano nel Canale di Sicilia è gestito da ENI ed Edison con 6 piattaforme e 35 pozzi attivi, oltre alle richieste in attesa di approvazione, scippate alla Sicilia, delle multinazionali Northern Petroleum, Audax Energy e Transunion Italia. Nella terraferma invece attualmente esistono 113 pozzi petroliferi, tutti in mano sempre a multinazionali che non lasciano nemmeno un centesimo nelle casse siciliane.

L’Italia non contenta di ciò, nel pieno della sua arroganza predatoria, con un Decreto Ministeriale del MISE pubblicato in Gazzetta ad Aprile 2017 concede alle multinazionali petrolifere la deroga al divieto di nuovi pozzi e nuove piattaforme entro le 12 miglia non tenendo conto o per meglio dire calpestando la volontà evidenziata dai cittadini italiani e siciliani con il referendum “antitrivelle” di Aprile 2016.

Ricordiamo ai siciliani che la Carta Costituzionale Siciliana prevede, all’art.36 ed all’art.37, la piena e totale autonomia fiscale della Sicilia rispetto all’Italia.

Invitiamo il Presidente On. Musumeci e l’Assessore On. Armao a denunciare la mancata attuazione della nostra autonomia fiscale che è stata fortemente voluta dai nostri padri anche attraverso una guerra civile. Non è accettabile che ancora oggi nel 2018 lo Stato italiano non vuole dare esecuzione piena al nostro Statuto.

La Sicilia contribuisce al fisco nazionale italiano con un prelievo fiscale totale, tra cittadini ed aziende, superiore a 67 miliardi di euro.

Di questa somma, se si rispettassero gli artt. 36 e 37 della nostra Carta Costituzionale, quasi il 100% rimarrebbe in Sicilia invece lo Stato predatore italiano ci restituisce solo il 40% che corrisponde a circa 26 miliardi, insufficienti per poter gestire ed organizzare il territorio regionale visto che tutti i costi che nelle altre regioni sono a carico dello stato nazionale, in Sicilia, nel rispetto dello Statuto autonomista, sono a carico della Regione Siciliana.

Il Segretario Regionale Sinalp

Dr. Andrea Monteleone