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Mazara. Se la Colmata B non è abusiva sarà abusivo l’apporto fanghi dell’ultimo dragaggio

(Martedì 11 Dicembre 2018)
In questi giorni è ripresa la disputa circa l’abuso urbanistico nella realizzazione della Colmata B, attigua al porto di Mazara del Vallo, contemporaneamente c’è chi ha capito la bontà del D. I. 173/2016 (Regolamento recante modalità autorizzazione immersione in mare materiali escavo fondali marini). La questione urbanistica sarà oggetto di dibattito il 14 c. m. nel corso di una seduta di Consiglio comunale indetta ad hoc, ora, invece, cerchiamo di capire il probabile abuso per il primo intervento di scarico di fanghi portuali nell’ambiente lagunare (Colmata B), commesso tra il 2000 e il 2004. L’intervento fu avviato grazie, probabilmente, ad un Nulla Osta rilasciato dalla Regione sulla
scorta di indicazioni dell’ex Provincia, rimaste sconosciute ai più e, comunque, concepite fuori dalle regole imposte dal D. 24/1/1996 (Direttive inerenti le attività istruttorie per lo scarico nelle acque del mare o in ambienti contigui di materiali da escavo di fondali marini), attuativo dell’art. 11 della L. 319/1976. Le critiche di coloro che compresero, assieme al massimo rappresentante in Provincia di “Alleanza Nazionale”, le anomalie di quell’intervento furono vibranti, come dimostra anche un articolo del GdS allegato. In laguna, tra l’altro, finirono rifiuti di ogni genere che, come è scritto in un Verbale redatto presso la Capitaneria di Porto il 13/2/2008, coprirono e dispersero tutta la prateria di Posidonia oceanica del sito.
Allora, come ora il D. I. 173/2016, anche il D. 24/1/1996 prevedeva che: “La zona di scarico NON PUO’ ricadere nelle aree protette o SENSIBILI COSI’ COME DI SEGUITO DEFINITE.
La Provincia, con la martellante protesta di due naturalisti mazaresi, non potè più fare a meno, appena cessato il potere di una certa classe politica, di correre ai ripari e, presso la Capitaneria di Porto, convocò appunto la riunione che portò al summenzionato Verbale del 13/2/2008. A quella riunione avrebbero dovuto partecipare i due naturalisti mazaresi che, tra l’altro, avrebbero voluto conoscere le carte che portarono alla prima movimentazione dei fanghi in laguna, ma all’ultimo momento furono lasciati fuori. L’assessore provinciale all’ambiente di Alleanza Nazionale e il dirigente dell’Ufficio ambiente provinciale, mantennero comunque gli impegni presi con i due naturalisti: “Bisogna comunque prendere atto del decreto attuativo riguardante il finanziamento dell’atterraggio della soprelevata e NELLO STESSO TEMPO DELLE RICHIESTE AVANZATE DAGLI AMBIENTALISTI LOCALI CONCERNENTI L’OPPORTUNITA’ DI TUTELARE IL PANTANO (Colmata B) CHE ANCHE SE IN MANIERA ARTIFICIALE COSTITUISCE UN’AREA DEGNA DI ATTENZIONE SOTTO L’ASPETTO ECOLOGICO” – Come da dichiarazione a Verbale dell’ex Assessore ; “La bretella stradale che verrà realizzata per permettere l’atterraggio della soprelevata CONSENTIRA’ LO STESSO DI SALVAGUARDARE IL PANTANO ARTIFICIALE CHE INTANTO SI E’ VENUTO A CREARE” – f/to Fausto D’Arienzo. Sono da ringraziare quindi i due ex rappresentanti provinciali e il massimo esponente provinciale dell’epoca di Alleanza Nazionale, ma non è da escludere che furono commessi abusi nella movimentazione dei sedimenti portuali 2001 – 2004 in Colmata B. Oggi il D. I. 173/2016 (con relativo Allegato tecnico) che ha sostituito e integrato il D. 24/1/1996, è sicuramente più preciso e stringente dato che ha previsto all’Art. 7 la Sospensione e la Revoca dell’Autorizzazione se non “risulti garantita la compatibilità delle operazioni effettuate con la salvaguardia dell’ambiente marino, delle coste e di qualsiasi altro uso legittimo del mare”. L’Allegato tecnico impone la realizzazione di una “scheda di inquadramento dell’area di escavo, dell’ambiente circostante l’area di escavo; l’analisi dei principali elementi di pregio naturalistico e degli obiettivi sensibili presenti in aree limitrofe entro un raggio di 5 Miglia Nautiche”. In più: “ Le modalità di escavo , trasporto e immersione devono essere tali da non comportare un peggioramento delle condizioni Ambientali preesistenti nelle aree circostanti l’area di attività ed in particolare arrecare disturbo per le risorse di interesse ALIEUTICO” (risorse della pesca). L’ISPRA, con nota del 2010, a differenza dello studio d’incidenza ambientale approvato dal Comune, aveva fatto presente l’importanza della Colmata B come area nursery di specie ittiche importanti per la pesca. Così come debbono essere ripetute le analisi dei sedimenti, sarebbe importante e rassicurante rifare lo Studio d’Incidenza ambientale che è stato confezionato in un lasso di tempo incompatibile per fare capire la reale importanza ecologica della Colmata B, laguna di Tonnarella.



Enzo Sciabica.