Testo

🕘 |✉️ Contatti |🎓 Disclaimer |▶️ Mazara News YouTube |🎦 Ultimi Video |⚕️ Farmacie di Turno |

In Evidenza::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Un lunedì con l’allerta meteo anche in Sicilia, ma poi nell’Isola torna l’estate: nel weekend temperature fino a 35°

Le Molecole, il “Senso della vita umana” e la Felicitá

(Mercoledì 6 Febbraio 2019)
Le Molecole, il “Senso della vita umana” e la Felicitá: ritengo che questo argomento sia uno di quelli su cui più stupidaggini si siano scritte nel corso dei secoli e forse il campo di studi in cui le conoscenze scientifiche hanno maggiormente contribuito a dare una spiegazione razionale e positiva a ciò che sembrava invece appannaggio di esoteriche metafisiche ed ingenue credenze religiose. I Biologi sostengono che il nostro mondo mentale ed emozionale è governato da meccanismi biochimici, formatisi in milioni di anni di evoluzione. Al pari di tutti gli altri stati mentali, il nostro benessere soggettivo non è determinato tanto da parametri esterni, come lo stipendio, le relazioni sociali o i
diritti socio- politici, quanto da un complesso di nervi e sinapsi, neuroni e varie sostanze biochimiche come la serotonina, la dopamina, l’ossitocina, l’acido gamma amino butirrico, il glutammato che agiscono legandosi ad appositi recettori, modificando cosí la conduttanza e la reattivitá di membrane biologiche. Il nostro sistema biochimico interno appare programmato per mantenere livelli di felicitá relativamente costanti, in condizioni ottimali. Non c’è una selezione naturale per la felicitá in quanto tale; le linee genetica di un eremita felice o di un pazzo scapolone incallito si estingueranno ben presto, mentre i geni di 2 genitori ansiosi verranno trasmessi alla generazione successiva; la felicitá e l’infelicitá hanno un ruolo nell’evoluzione solo nella misura in cui favoriscono o scoraggiano la sopravvivenza e la riproduzione. I sistemi di regolazione della felicitá umana differiscono inoltre da persona a persona in quanto le combinazioni sinaptiche di cento miliardi di neuroni sono di un ordine di grandezza assimilabile all’infinito ed in ogni caso di molto più numerose del numero di particelle elementari esistenti nell’Universo. In una scala da uno a dieci, alcuni individui nascono con un sistema biochimico gioviale, mentre altri sono afflitti da un sistema biochimico malinconico. Quest’ultima persona rimarrá depressa anche se gode del sostegno di una comunitá ben coesa, se avrá una salute inossidabile e se vincerá milioni alla lotteria. Dati basati su dettagliate interviste a 89.000 persone, mostrano che il 15 per cento dei soggetti che vivono nei paesi ricchi ha probabilmente sofferto di depressione nella loro vita contro l'11 per cento degli abitanti dei paesi sottosvilppati o in via di sviluppo. La percentuale di chi ha riferito un episodio di depressione nell'ultimo anno è risultata del 5,5 per cento.

Alcuni aspetti sono risultati indipendenti dalla cultura di appartenenza : le donne hanno una probabilità di soffrire di depressione doppia rispetto agli uomini, e la perdita del partner, sia essa dovuta a morte, divorzio o separazione, è una delle cause più comuni. Al contrario, la distribuzione per età è risultata fortemente dipendente dal paese di origine: nei paesi più poveri l'età del primo episodio è più bassa rispetto alla media di circa due anni. Sembra che la depressione è un significativo problema di salute pubblica in molte nazioni e in diverse culture ed è strettamente correlata alle condizioni sociali, per cui creare una societá meno competitiva, più equa e solidale e sopratutto non legata alla ricerca del guadagno ed al lavoro come “scopo” della vita, potrebbe notevolmente diminuire il numero di gente infelice. La felicitá è quindi determinata principalmente dalla biochimica, ma su di essa agiscono anche fattori psicologici e sociologici. Se investiamo miliardi per capire com’è fatta la chimica del nostro cervello e per sviluppare trattamenti adeguati, possiamo rendere la gente più felice e la gente felice, che concepisce la felicitá sará senza dubbio più propensa a fare la rivoluzione e cambiare le strutture ingiuste di questo mondo; il Prozac, ad esempio, non fa cambiare i regimi, ma, alzando i livelli di serotonina, toglie alle persone la loro depressione; la felicitá durevole viene solo dalla serotonina, dalla dopamina, dall’ossitocina e da altre macromolecole biologiche. La felicitá consiste anche nel percepire la propria esistenza nella sua interezza come qualcosa di importante e valido: nella felicitá c’è un’importante componente cognitiva ed etica anche se, da un punto di vista puramente scientifico, la vita umana è assolutamente priva di senso. Gli umani sono il risultato di ciechi processi evoluzionistici che agiscono senza alcun obiettivo e scopo. Le nostre azioni non fanno parte di un cosmico progetto divino e se il pianeta Terra dovesse scomparire adesso, l’Universo andrebbe avanti nel suo funzionamento come al solito. I significati ultraterreni che nel medioevo la gente attribuiva alla propria vita, non erano più illusori dei significati di tipo umanistico, nazionalistico o capitalistico tipico degli uomini contemporanei. Lo scienziato afferma che la propria vita è significativa perchè incrementa il patrimonio delle conoscenze umane, il missionario afferma che la sua opera salva la gente permettendo loro di accedere in paradiso, per cui la sua esistenza ha un valore, l’imprenditore trova significativo il fatto di fondare nuove compagnie che incrementerebbero il benessere sociale, ma tutte queste congetture non sono più significanti di quelle dell’uomo medioevale, che considerava importante leggere le sacre scritture, andare alle crociate o costruire maestose nuove cattedrali. Indubbiamente, la felicitá è un autoinganno. Il nostro cervello è una sintesi delle strutture cerebrali degli animali con cui noi condividiamo rapporti di parentela, dai “pesci” ai mammiferi, passando attraverso gli anfibi ed i rettili. Le sensazioni ed i sentimenti, inclusi quelli più nobili, altro non sono se non il risultato dell’evoluzione di questi centri nervosi durante le centinaia di milioni di anni della nostra storia evolutiva. In ogni caso, è altrettanto indubbio che l’essere umano sia un animale semantico che vuole trovare uno scopo, non solo in tutto quello che fa, ma anche nella Natura e che anche logici matematici come Kurt Godel non si sono rassegnati alla concezione di un Universo materialistico senza scopo nè fine ultimo. Godel era un platonico e tale rimase fino alla morte, saldamente ancorato al proprio modo di concepire il mondo e l’esistenza umana. Egli era convinto fermamente che il mondo è organizzato razionalmente, per cui non avrebbe senso far nascere un essere umano con una tale gamma di possibilitá di sviluppo personale e di relazioni interpersonali per poi permettergli di realizzarne nemmeno una su mille. Egli chiamò” Concezione Teologica del Mondo” l’idea che l’Universo con tutto ciò che esso contiene, abbia un significato; da ciò segue direttamente che la nostra presenza sulla Terra, che di per sè avrebbe un significato molto dubbio, non può essere altro che un mezzo verso il fine di un’altra esistenza. Ovviamente le sue sono solamente speculazioni filosofiche, ma anche l’ipotesi atomistica, fu in origine una speculazione filosofica ed oggi invece noi sappiamo che tutte le cose sono formate da atomi e quindi quelle speculazioni erano sostanzialmente corrette. Kurt Godel, senza dubio, non condivideva la “Zeitgeist” del suo tempo, cosí come oggi, tanti scienziati e filosofi non condividono quella della nostra epoca basata sul neoliberismo e la post- veritá. Le grandi menti sono molto più avanti di quanto lo possa essere la gente comune; la scienza contemporanea nell’ultimo secolo, per dare una spiegazione alla mente ed alla coscienza si è spostata dall’interpretazione angelica a quella molecolare. Chissá se, nel lontano futuro le elucubrazioni filosofiche di Kurt Godel non potranno essere rivalutate alla luce delle future conoscenze positive. Chi vivrá, vedrá!

Davide Castelli