Scatta oggi la nuova ordinanza in Sicilia che sarà in vigore almeno fino al 30 ottobre. Da oggi, dunque, uso obbligatorio delle mascherine quando si è tra estranei, registrazione e tamponi rapidi per chi proviene dall’estero, controlli periodici sul personale sanitario e sui soggetti cosiddetti fragili, oltre ai divieti di assembramento. Il provvedimento in vigore si è reso necessaria visto il costante aumento del numero dei casi di Covid-19.
"La Sicilia ha dimostrato nei mesi scorsi di essere particolarmente disciplinata. Siamo convinti che bisogna tornare a una maggiore responsabilità collettiva: i casi aumentano, sono 16 i ricoverati in terapia intensiva... la situazione non è di emergenza, ma abbiamo lanciato un segnale. La mascherina va indossata, va sempre portata in giro; se non c'è nessuno in strada non c'è bisogno di indossarla, se si è con parenti non c'è bisogno. Le forze dell’ordine dovranno richiamare tutti alla responsabilità, ma molto dipende dal senso di responsabilità collettiva e individuale". Lo ha detto stamattina il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ad Agorà, su Raitre.
Le telecamere hanno ripreso diverse persone, vicino alla cattadrale di Palermo, che non indossavano la mascherina. "Non possiamo mettere un carabiniere a ogni angolo - ha aggiunto - dobbiamo far capire che il Covid non guarda in faccia a nessuno. Abbiamo anche chiarito che ragazzi in classe non necessariamente devono portare la mascherina se riescono a garantire la distanza di un metro... Ma ognuno, in ogni ambito, risponde dei propri comportamenti".
L’uso della mascherina è obbligatorio per tutti i cittadini al di sopra dei 6 anni; per questo occorre tenere sempre la mascherina nella propria disponibilità, quando si è fuori casa. Nei luoghi aperti al pubblico la mascherina deve essere indossata se si è nel contesto di presenze di più soggetti. Si è dispensati solo quando ci si trova tra congiunti o conviventi. Sono esclusi dall’obbligo di utilizzo in modo continuativo coloro che svolgono attività motoria intensa, a condizione che il distanziamento interpersonale possa essere mantenuto, salvo l’obbligo di utilizzo alla fine dell’attività.
L'ordinanza prevede anche che chiunque entri nel territorio della Regione provenendo da Stati Ue o extra Ue ha l’obbligo di registrarsi sul sito www.siciliacoronavirus.it, o di comunicare la propria presenza al servizio sanitario della Regione. I cittadini residenti in Sicilia adempieranno a tale obbligo sia mediante la registrazione sul sito, sia dandone pronta comunicazione al proprio medico di medicina generale o pediatra. Alle norme dovranno uniformarsi anche coloro che hanno fatto rientro in Sicilia nei sette giorni antecedenti la pubblicazione dell’ordinanza.
Le Aziende sanitarie provinciali competenti territorialmente provvedono alla sottoscrizione di un Protocollo con le Società di gestione degli aeroporti, le Autorità portuali, i gestori del trasporto, di concerto con l’assessorato regionale delle Infrastrutture e della mobilità, per sottoporre al cosiddetto tampone rapido o ad altri mezzi di indagine diagnostica, validati dall’Istituto superiore di sanità, i soggetti provenienti dai Paesi esteri.
Le Aziende del sistema sanitario regionale provvedono a svolgere controlli periodici sul personale, mediante tampone rapido, ovvero con altro mezzo di indagine diagnostica. Il dipartimento delle Attività sanitarie e l’Osservatorio epidemiologico dell’assessorato regionale della Salute monitorano il rispetto dell’ordinanza, anche mediante la distribuzione dei test necessari, se non reperiti dalle singole Aziende. Al medesimo controllo periodico sono sottoposti gli ospiti delle strutture socio-sanitarie e i soggetti fragili.
Sono vietati gli assembramenti mediante il prolungato stazionamento nei luoghi pubblici o aperti al pubblico (strade, piazze e parchi). Sono escluse le sole occasioni di iniziative pubbliche previste dalla legge o comunicate all’autorità di pubblica sicurezza, per le quali l’organizzatore è comunque responsabile dell’assoluto rispetto delle norme comportamentali per la prevenzione dal rischio di contagio. Nel caso di cluster territorializzati, i dipartimenti di Prevenzione propongono con immediatezza al presidente della Regione l’adozione di "protocolli contenitivi, limitatamente ad aree infracomunali, comunali o sovracomunali", ossia di 'zone rosse' circoscritte.
Fonte: GdS.it