Nel 53° anniversario del terremoto del Belice, promosso dall’Ordine degli Ingegneri di Trapani un webinar che ha coinvolto Istituzioni, scuola, tecnici e mondo culturale
Dall’operazione Gibellina a quella Montevago: a cosa ha portato ciò che è stato fatto o non fatto per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968? Quale ruolo hanno l’arte, la cultura e la progettazione edilizia nella definizione della identità di un popolo che ha subito la devastazione, lo sradicamento, l’annientamento dei suoi luoghi e dei suoi simboli? Ed infine cosa si sta muovendo ora, 53 anni dopo? Come intervenire per tenere fede all’art. 9 della Costituzione italiana che vede nella cultura e nella tutela del paesaggio due facce della stessa medaglia?
Su tutto questo si interroga oggi l’Ordine
degli Ingegneri della Provincia di Trapani che, in un periodo storico, in cui
si parla tanta di costruzioni antisismiche, ha voluto porre l’attenzione
sull’aspetto culturale della costruzione e della ricostruzione creando idealmente
un ponte fra passato, presente e futuro affinché gli errori di ieri diventino
insegnamento per gli attori di oggi e di domani.
Da qui è nato un ciclo di incontri
dal titolo “Coltiviamo la cultura antisismica- La cultura, anima di tutto” il
cui primo appuntamento si è svolto venerdì scorso. Occasione in cui l’Ordine
degli Ingegneri di Trapani è riuscito a riunire attorno allo stesso tavolo,
seppur in maniera virtuale, il mondo delle Istituzioni, della cultura, delle
professioni e della scuola che all’unisono hanno ribadito il valore della
memoria e la necessità di pensare attraverso una strategia condivisa che metta
in rete le eccellenze, unica via per intervenire in maniera efficace, razionale
e rispettosa dell’uomo e del paesaggio nel rilancio del patrimonio artistico e
culturale della Valle del Belice.
“In questo momento di pandemia dove
mai come oggi ci sono opportunità notevoli per mettere in sicurezza i nostri
immobili, abbiamo voluto promuovere la cultura antisismica organizzando un
ciclo di webinar, che partono dal fare memoria del danno del sisma”- ha
spiegato l’ing. Giovanni Indelicato, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri
della Provincia di Trapani.
“Abbiamo voluto commemorare il 53°
anniversario del terremoto del Belice, proprio per conservare la memoria di un
evento che ci appartiene e che non possiamo cancellare, presupposto
imprescindibile per definire la nostra identità di persone e di comunità. E’
solo l’inizio di un percorso a cui teniamo moltissimo. La cultura è
onnicomprensiva, è anima del tutto” - ha
aggiunto l’ing. Sergio Carta, Presidente della Fondazione Ordine Ingegneri
della Provincia di Trapani.
Dopo i saluti da parte dell’ingegnere
Giovanni Indelicato, dell’ingegnere Sergio Carta, del Dott. Nicolò Catania, Sindaco
di Partanna e coordinatore dei Sindaci Valle del Belìce, della dott.ssa Laura Bergonzi, Dirigente
dell'Ufficio XI Ambito Territoriale di Trapani e l’introduzione da parte
dell’ingegnere Giusy Anna Giacalone, componente del consiglio dell’Ordine degli
Ingegneri della Provincia di Trapani e
responsabile scientifica del webinar, si è entrati nel vivo dei lavori,
moderati dal giornalista Max Firreri.
Intenso l’intervento del dott. Vito
Bonanno, ex Sindaco di Gibellina, che ripercorrendo brevemente l’esperienza di
Gibellina e i laboratori artistici fortemente voluti da Corrao, ha focalizzato
l’attenzione sulla necessità di ricostruire, oltre agli edifici, anche e prima
di tutto l’identità di una comunità. Sulla stessa linea anche le riflessioni di Massimo
Bray, Assessore della Regione Puglia e già Ministro ai beni culturali, per cui la
memoria è alla base di una cultura della prevenzione e della cura del paesaggio
che deve diventare attenzione quotidiana. “La gestione del terremoto è
culturale oltre che politica” – ha ricordato Bray.
Prezioso inoltre il contributo dell’architetto
Teresa Cannarozzo, già docente di Urbanistica presso la Facoltà di Architettura
dell’Università di Palermo, che nel corso della sua carriera si è occupata a
lungo della Valle del Belice e che, nel suo intervento, ha ripercosso gli
errori della ricostruzione del Belice.
L’ingegnere Massimo Mariani,
consigliere CNI, evidenziando il
concetto di “etica della scienza”, ha messo in risalto come sia importante
conoscere il “danno del sisma” perché è dalla sua conoscenza che nasce la nuova
progettazione, la progettazione del consolidamento strutturale degli edifici
danneggiati o del loro rinforzo.
Altrettanto ricco l’intervento dell’on.
Margherita La Rocca, Sindaco di Montevago, che ha raccontato l’esperienza del
museo en plein air, diventato ponte fra la vecchia e la nuova Montevago, con
l’obiettivo – ha detto La Rocca – “di dare anima a quelle pietre, farle
arrivare al cuore di ognuno, trasmettere ai giovani la memoria attraverso il
bello”.
Il webinar è stato impreziosito dal
contributo dell’attore e regista Massimo Pastore, fondatore del Teatro abusivo
Marsala, che ha letto un brano della Divina Commedia dedicato all’argomento.
Presenti anche diversi Istituti di
istruzione secondaria del trapanese. “Poiché il futuro sono i giovani ed è a
loro che dobbiamo spiegare le antiche tradizioni, il nostro passato, come
Ordine ci siamo voluti rivolgere proprio ai giovani, coinvolgendo le quinte
classi dei licei, degli istituti tecnici geometri e tecnico agrario della
nostra Provincia, consapevoli che la cultura in ogni sua manifestazione
appartiene a tutti, ma in particolar modo ai nostri giovani per la loro
crescita etica e morale.” – ha detto l’ing. Giusy Anna Giacalone – Ai giovani
dico: abbiate desiderio di futuro e aspirazioni per il domani”.
Il webinar di venerdì era solo il
primo di un ciclo d’incontri dedicato proprio alla promozione della cultura
antisismica. Il prossimi due incontri si terranno il 12 e il 26 aprile 2021.
Relazioni con i media
Antonella Genna