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Riflessione di don Giuseppe Alcamo: Matrimoni civili ed unioni civili nell’ex chiesa di San Carlo

Permettetemi di riflettere a voce alta, da cittadino mazarese, su questa scelta, che la nostra amministrazione ha compiuto in rispetto delle sue competenze, ma non certo della sensibilità di coloro che utilizzano i luoghi di culto per ascoltare la Parola di Dio e celebrare i Misteri della fede.

I nostri padri hanno costruito le chiese per radunarsi in Assemblea, per celebrare i Sacramenti, per adorare l’Eucaristia, per Ascoltare in silenzio Dio che continua a parlare, per Educare alla fede.

Per l’uomo di fede, le mura dei luoghi di culto sono inzuppate di preghiera e trasudano di spiritualità, ogni altro uso è sempre un abuso o quanto meno una forzatura.

La decisione di utilizzare San Carlo, come scenario per le unioni civili, la giudico inopportuna anche in rispetto alle coppie che, per motivi personali o giuridici, hanno fatto la scelta di unirsi in matrimonio con un atto laico, civile, e si ritrovano a doverlo compiere in un luogo che richiama alla memoria sempre e solo la fede dei cristiani, creando possibili imbarazzi e disagi tra gli sposi, le loro famiglie e tutti gli invitati.

Io credo, che la nostra città, con la sua ricchezza architettonica, ha tutte le potenzialità strutturali per utilizzare ogni cosa secondo la sua natura e originaria funzione, senza mettere in difficoltà la fede dei cristiani e le scelte personali dei non cristiani.

È semplicemente una mia considerazione per far riflettere sul nostro patrimonio artistico/religioso e sulla opportunità o meno di utilizzarlo per fini diversi da quello per cui è stato costruito.

Don Giuseppe Alcamo

Pubblicato da Mazara News su Venerdì 16 luglio 2021