In questo tempo quaresimale, “tempo di rinnovamento spirituale”, se da un lato la Parola di Dio che ascoltiamo e meditiamo smaschera tutte le nostre infedeltà e i nostri peccati, dall’altro ci fa fare esperienza della bontà inesauribile di Dio, del Suo grande amore per noi, della Sua benevola compassione per l’umanità. Dio è buono ed è amico degli uomini. Così ascoltiamo oggi nel Vangelo secondo Giovanni: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito; chiunque crede in lui ha la vita eterna”, dice Gesù a Nicodemo.
L’amore di Dio crea e ricrea; l’amore di Dio genera vita e dona salvezza; “l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”. Tutta l’umanità è avvolta in questo “grande ed infinito amore” di Dio, che mai si esaurisce; un’amore, che proprio dalla Croce, raggiunge, abbraccia e vivifica l’umanità.
Dio ci ama, Dio mi ama perché “Egli ci ha fatti e noi siamo suoi”; Dio mi salva, Dio continua a salvarci “perché… aprendoci all'azione dello Spirito Santo viviamo in Cristo la vita nuova, nella lode perenne del tuo nome e nel servizio dei fratelli”. La vita nuova, resa possibile dal sangue di Cristo versato sulla Croce, non si concilia con l’uomo vecchio che è in noi e che bisogna invece “abbandonare, con la sua condotta di prima, l'uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli…”. Ed ancora San Paolo aggiunge: “Se uno è in Cristo è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate…”.
Ed alla comunità cristiana di Efeso, nella seconda lettura della Santa Messa, San Paolo ricorda: “Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati”. Gratuitamente, per amore, Dio ci salva; gratuitamente Dio ci offre questo tempo di ravvedimento e di conversione; gratuitamente Dio ci viene incontro per colmarci della Sua grazia che è Gesù Cristo, nato da Maria vergine.
“Siamo infatti opera sua…”, creature non abbandonate da Dio al male e al peccato, ma redente. Il peccato porta solo desolazione e morte.
Così il sacerdote prega oggi a nome di tutta la comunità: “Dio buono e fedele, che mai ti stanchi di richiamare gli erranti a vera conversione e nel tuo Figlio innalzato sulla croce ci guarisci dai morsi del maligno, donaci la ricchezza della tua grazia, perché rinnovati nello spirito possiamo corrispondere al tuo eterno e sconfinato amore”.
Buon cammino di quaresima.
Don Antonino Favata
Cappellano del Presidio Ospedaliero “Abele Ajello”