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La riflessione di don Antonino Favata: Gesù è accolto nella Città Santa con rami di palme e di ulivo

Carissimi amici buona domenica a tutti.

“Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”: inizia oggi, con questa accorata professione di fede, la grande Settimana Santa che culminerà, domenica prossima, nell’annunzio pasquale che Cristo è risorto ed ha vinto la morte per sempre. Egli muore, dona la Sua vita, per la nostra salvezza perché “noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione”, ci ricorda San Paolo.

In un clima gioioso e festoso, celebriamo liturgicamente l’ingresso solenne di Gesù a Gerusalemme: Gesù è accolto nella Città Santa con rami di palme e di ulivo “per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione… Accompagniamo con fede e devozione il nostro Salvatore… e chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce, per essere partecipi della sua risurrezione”.

Gesù porta a compimento la Sua missione: “consumarsi” per amore, per tutta l’umanità, solo per amore. La Sua passione e la Sua croce sono, ancora oggi, il segno luminoso di quell’Amore Eterno di Dio che da sempre, dalla creazione fino alla fine dei tempi, avvolge il mondo e ciascuno di noi. Sentiamoci profondamente amati in questi giorni “santi” partecipando, con devozione, alle celebrazioni nelle nostre comunità. Accostiamoci, con il cuore contrito ed umiliato, al Sacramento della Riconciliazione, la confessione: l’Amore di Dio, che ci rialza dalle nostre cadute, ritorna a darci il gusto di vivere in questo nostro mondo travagliato e pieno di contraddizioni; ci sprona a vincere la paura, la sfiducia e la tristezza; ci aiuta a sanare inimicizie e discordie, senza mai arrenderci o rassegnarci. Tutti noi, che diciamo di essere cristiani, dobbiamo impegnarci a fare la nostra parte per costruire un mondo migliore, più vivibile e fraterno: la speranza cristiana, inaugurata dalla Pasqua, prevalga sempre sull’indifferenza e l’apatia.

Porteremo a casa, al termine delle celebrazioni, i rametti di palma e d’ulivo benedetti: essi, che non sono dei portafortuna, ci ricorderanno, per tutto l’anno, che essere cristiani, seguire Gesù, è una cosa seria e che, nella misura in cui siamo veramente uniti a Lui, diventiamo operatori di pace.

Fedeltà a Cristo sempre, fino a dare la propria vita per Gesù, come tanti uomini e donne che, ieri come oggi, veneriamo per la loro testimonianza esemplare e luminosa. Quindi, essere coerenti al Vangelo: non ci può essere vera vita cristiana che edifica gli altri senza una testimonianza credibile e cristallina. E poi, impegnarci ad essere strumenti ed operatori di pace: non rassegniamoci alle divisioni, ai conflitti, alla guerra! La pace è sempre possibile e ciascuno di noi è chiamato a fare la sua parte. Nessuno è inabile alla pace! Essa è sempre possibile nella mia vita, nelle famiglie, nella società, negli ambienti di lavoro, tra le nazioni, nel mondo intero. Attualmente ci sono nel mondo 170 guerre! Non rassegniamoci! Per non parlare delle guerre silenziose e devastanti che si fanno quotidianamente con l’indifferenza, i complotti e le cattiverie! La pace sarà veramente impossibile, e sempre più utopica, senza di me, senza il mio personale e quotidiano contributo.

Mi piace lasciare alla riflessione di tutti quanto oggi Gesù afferma nel Vangelo della Passione: “Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei. Allora Gesù disse «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto”.

“Ha compiuto un’azione buona verso di me” afferma Gesù: auguro a tutti di poter compiere azioni buone, anche le più difficili, per Gesù, per amore di Gesù.

Buona settimana santa a tutti.

Don Antonino Favata 

Cappellano del Presidio Ospedaliero “Abele Ajello”