Due giovani, nel giro di pochi giorni, si sono tolti la vita. Non avevamo ancora asciugato le lacrime per Calogero che dobbiamo continuare a piangere per Lidia.
C'è una sofferenza diffusa che attanaglia la vita dei nostri
ragazzi e che noi non possiamo sottovalutare. C'è una solitudine familiare che
non possiamo più ignorare.
Mazara, la nostra Mazara piange, ma deve trovare il coraggio
di asciugare le sue lacrime, sbracciarci e mettersi a lavorare per trovare
soluzioni adeguate per prevenire e supportare la sofferenza diffusa dei suoi
figli.
Non possiamo far finta che la vita scorre normalmente nel
solco di una pacifica tradizione. Noi adulti, con responsabilità educative,
abbiamo il dovere di elaborare progetti che aprano alla speranza e al futuro,
che educhino alla condivisione e al dialogo, che aiutino a pensarsi nella
solidarietà reciproca.
Mazara, la nostra Mazara, non può solo rammaricarsi e
affliggersi per la sofferenza o la morte dei suoi giovani, ha il dovere morale
e istituzionale di chiamare a raccolta tutte le sue forze vive, mettendo da
parte stupidità e piccinerie, per cercare e trovare soluzioni adeguate ai
bisogni dei suoi figli.
Urge il coraggio dei profeti che gridano forte e chiamano a
raccolta, perché il tempo che stiamo vivendo ha bisogno di profeti e non di
normalizzatori.
Don Giuseppa Alcamo