Che i social si lascino prendere per la gola non è una novità. Il cibo ha conquistato il web. Anche quando lo si prende in giro. «Com’è, com’è? Ecco lo chef internazionale». Si presenta un po’ come un Pierino di TikTok, un eterno bambino che si diverte a scherzare a tavola e dilettarsi in cucina, Baldassare Scilla, metronotte originario di Mazara del Vallo diventato in meno di tre anni un influencer da oltre 400 mila follower sulla piattaforma di video editing di ByteDance più seguita al mondo. «Sono un cuoco di casa, da sempre mi diverto in cucina. Poi ho detto, perché non farlo anche sul web», racconta Scilla, appena atterrato a Piacenza, dove vive da anni insieme alla moglie e ai due figli Franco e Angelo. È di ritorno dal Giappone, perché la società americana Kraft Food lo ha scelto come sponsor per la pubblicità cinese di uno dei suoi prodotti di punta: il parmigiano in barattolo. Come mai, lo spiega uno dei suoi video con il tormentone più cliccato sui social: “neneneneneveeee”, intonato mentre versa del parmigiano sulle diverse pietanze che prepara in cucina.
«Un giorno, mentre mi stavo per mangiare un piatto di pasta col
pomodoro, alla radio passavano la canzone “Come neve” di Giorgia e Marco Mengoni. E mentre la canticchiavo a
tavola, ho iniziato a scherzarci su. Da qui è nato il tormentone di “neve”. Di
certo, non mi sarei mai aspettato tutto questo successo».
L’addio alla sua terra, un po’ per scelta, un po’ per il lavoro,
oltre vent’anni fa. A Piacenza sono nati i suoi due figli, che del papà
tiktoker si vantano anche un po’. Ora imprenditore di sé stesso, con un
merchandising di magliette, borracce e grembiuli da cucina col suo volto. Tra
un turno e l’altro, Baldassare si traveste da cuoco e comico boomer su TikTok.
La sua è una neo comicità dal basso e senza scuola, che di comico ha
soprattutto il prendersi beffa del quotidiano, della routine, della
meridionalità che ha trasportato in valigia e conservato nel dialetto stretto
con cui si presenta al web e dietro ai fornelli alla prova con dolci siciliani
e primi della nonna.
Che sia una farfalletta al pesto, un secondo alla ricotta o uno spaghetto al
pomodoro, il suo canticchiare divertito è diventato ormai un tormentone. «Mi
diverte vedere i video diffusi con le mie imitazioni – racconta Scilla – Alcuni
follower mi hanno persino mixato in ritornelli di canzoni». E pensare che fa
tutto da sé: cucina, ripresa e poi si mangia. In uno dei suoi video più
cliccati, Baldassare recupera un vecchio modo di dire di famiglia: «1..2..3..
alle 123», quasi una parodia o un incitamento al cibo alla “Maccarone” di Alberto Sordi.
Baldassare Scilla ha iniziato a filmarsi tre anni fa per gioco,
condividendo i suoi video su Facebook, Instagram, Youtube e
poi TikTok, dove sono esplosi i suoi video
virali. Ed è proprio nel calderone di TikTok, il social conosciuto in Giappone
come Duoyin, che sono finiti i suoi video. «Sarà stata la musicalità del mio
neneneve a fare impazzire i cinesi», commenta ridendo l’influencer di Mazara. E
non è da meno l’Italia. Lo stesso tormentone lo ha visto protagonista di una
scena, girata all’interno della Tenuta Bocelli, in Lajatico, in provincia di
Pisa, dove è stato chiamato per una piccola parte in un film prodotto da
Minerva Picture con l’attore e comico americano Kevin James.
«I social premiano la genuinità. E io lo sono. Faccio divertire,
perché mi diverto per primo. Quanto canticchio o faccio le mie gag, è un po’
come se invitassi la gente a casa mia per condividere i piatti che insieme a
mia moglie, ci piace cucinare».
Dalle ultime puntate di “Ciao Darwin” alle
collaborazioni con “Chef per una sera”,
la storia di Baldassare Scilla è quella di uomo qualunque affacciato sul
palcoscenico dei social. Una popolarità che lo ha reso una piccola star
soprattutto tra i giovani futuri cuochi: proprio a Piacenza, sua città
d’adozione, ha partecipato ad alcuni incontri con gli studenti della scuola
alberghiera “Raineri Marcora”. «Sono un semplice impiegato e nella vita mi
piacciono due cose: cucinare e far divertire. Su TikTok ho unito entrambe le
mie passioni».
Fonte: palermo.repubblica.it di Marta Occhipinti