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Mazara. Cimitero, Avvio del procedimento per la sistemazione dell'area centrale

Mazara riesce a riassumere il carattere e la storia di un’isola intera

(Domenica 26 Marzo 2017)
Mazara del Vallo riesce a riassumere il carattere e la storia di un’isola intera: mostra orgogliosa al mondo il suo splendido centro storico, quella Casbah dove camminavano filosofi e letterati islamici, giudici e mercanti.

La Casbah, antico quartiere arabo, ospita molte case con lo stile tipico dell’epoca araba ed è attraversato da una serie infinita di piccoli cunicoli. Il quartiere è abitato da un’ampia comunità tunisina che contribuisce a mantenere intatto nel tempo lo stile complessivo del quartiere con maioliche e altri elementi decorativi sulle facciate delle case.

All’interno della Casbah tanti ristoranti e osterie tipiche che propongono piatti della tradizione cittadina, a partire dal cous cous di pesce. I sapori e gli odori che aleggiano per le viuzze della Casbah sono quelli di una tradizione millenaria che mai si è interrotta a Mazara del Vallo, una delle città del meridione d’Italia più vicine all’Africa.

La cattedrale della città, la Basilica Cattedrale, venne ricostruita dai normanni intorno all’anno Mille e presenta quello stile unico che è un mix di romanico, greco e barocco.

Il centro abitato racchiude in sé secoli di storia: le file di palme e il porto si alternano ai monumenti di enorme valore, architetture regali e validi esempi di barocco siciliano. Tra le sue mura chiese antiche, che prima erano moschee e prima ancora luoghi di culti diversi.

Uno stile regale, maestoso con il portale rivolto verso il mare e sormontato da una rappresentazione scultorea di Santiago El Matamoros, San Giacomo di Compostela in sella ad un cavallo e munito di spada che calpesta sotto gli zoccoli del cavallo un musulmano. Da notare le splendide chiese normanne della Madonna delle Giummare e di San Nicolò Regale e la barocca Chiesa di San Francesco.

La Basilica Cattedrale del Santissimo Salvatore si affaccia su un altro simbolo della città, quella piazza della Repubblica che è circondata a mo’ di corona dagli edifici più importanti. Oltre alla Basilica Cattedrale, ci sono il magnifico Palazzo del Seminario con all’interno il Museo Diocesano, che con i suoi due piani dalle undici arcate dona alla piazza il suo inconfondibile aspetto, il Municipio e il Palazzo Vescovile, connesso al transetto occidentale della Cattedrale grazie al Tocchetto, una loggetta su ponte arcuato.

Durante la bella stagione, la piazza si riempie di tavolini e di un’atmosfera di festa e di divertimento. E la “bella stagione” da queste parti dura quasi tutto l’anno!

Tra il Palazzo di Città e il Seminario si apre una delle tante viuzze del centro storico, la via XX Settembre, che termina sulla Piazza Plebiscito con i ruderi della Chiesa gesuita di S. Ignazio; fondata nel 1701, è a pianta ovale con otto coppie di colonne tuscaniche, sei altari laterali e uno maggiore al centro con una grande cupola e due campanili gemelli, crollata nel dicembre 1933. Adiacente e collegata ad essa, la struttura monumentale del Collegio dei Gesuiti, con il suo imponente prospetto barocco ad arco a tutto sesto e ai lati due telamoni che sostengono la trabeazione. All’interno un cortile circondato da un porticato con archi a tutto sesto che poggiano su colonne tuscaniche. Oggi il Collegio è sede di Biblioteca, Archivio storico e Museo Civico.

Proprio di fronte al Collegio, la Chiesa di Sant’Egidio, che ospita un Museo dedicato ad uno dei più importanti lasciti dell’epoca classica dell’arte greca: la statua in bronzo del Satiro danzante.

La statua fu riportata a galla la notte tra il 4 e 5 marzo 1998, pescata dal peschereccio “Capitan Ciccio” ad una profondità di 500 metri tra Pantelleria e Capo Bon, Tunisia. L’anno prima, nella stessa zona, era stata pescata la gamba. Sottoposta ad un lungo intervento di restauro presso l’Istituto Centrale del restauro di Roma, dal 12 luglio 2003, la statua altamente evocativa viene esposta nel Museo del Satiro danzante. All’interno del museo anche altri ritrovamenti dal Canale di Sicilia (bronzi minori, vasellame , etc.).

Più piccola ma non meno storica è Piazza Mokarta, famosa per la presenza dell’arco normanno, unica rovina del castello voluto da Ruggero II.

Ed ora l’intimità esposta nella Casa-museo De Santi-Lombardo.

Emanuele, ex agente di viaggio, e la moglie Francesca, architetto, insieme alla figlia Tania hanno dato vita ad un cantiere artistico sempre aperto. Hanno creato, con le loro passioni, un piccolo museo di arte contemporanea.

L’abitazione a villetta è un museo in continua evoluzione, un cantiere artistico sempre aperto, con i viali esterni dedicati ad artisti famosi: piazzetta Beethoven, entrance Ludovico Corrao, largo Prassitele, pagoda Pirandello, slargo Allen Ginsberg, passaggio di Socrate, pagoda Salvator Dalì, rua Joan Mirò, viale Anton Gaudì, cortile Pietro Consagra.

L’architettura diventa pittura, scultura; il “trovato” viene riciclato e trasformato in oggetto d’arte, elemento architettonico o d’arredo. E così gli oggetti cercati e scelti diventano installazioni, contaminazioni volute e amate.

Difficile distinguere dove finisce l’intervento di Francesca o Tania e dove incomincia quello di Emanuele. Spesso il lavoro viene realizzato insieme.

E’ un luogo, una condizione dove si mescolano odori di bruciato della ceramica raku e della vetrofusione, della saldatura dei ferri, degli smalti sintetici e degli inchiostri per l’incisione. Si percepisce l’atmosfera di questi spazi, interni ed esterni, impregnata di amore e passione per le loro creature.

Mazara è anche uno dei più importanti e noti porti pescherecci del Mediterraneo, base di armamento di una flotta di circa 300 grandi motopescherecci d’altura e oltre 3000 imbarcati. Gran parte dell’economia è legata alla pesca e questa ne fa un’attrazione per chi è alla ricerca del prodotto di eccellenza. Tanti ristoranti del porto hanno un ottimo pesce, primo fra tutti il prezioso Gambero Rosso di Mazara.

Mazara è anche città dell’accoglienza ormai riconosciuta a livello internazionale come esempio d’integrazione, dove gli stranieri (in primis la grande comunità tunisina) sono perfettamente inseriti nel tessuto sociale.

E’ tanto altro ancora. E’ mare, spiaggia, surf, immersioni e pesca subacquea.
Chiudiamo questo viaggio con la Riserva naturale integrale Lago Preola e Gorghi Tondi. Ci sono diverse specie di flora, come orchidee selvatiche, margherite e anemoni e di fauna , con la popolazione della tartaruga palustre siciliana.

[Fonte: visitsicily.info]