Non un abito, ma uno stile di vita che aveva scelto e una comunità con cui aveva deciso di vivere.
Uno stile di vita fatto di preghiera, di studio, di semplicità, di sobrietà, di fraternità, di dedizione, di gratuità, di condivisione, di povertà... Uno stile di vita che non lo rende più felice, che non lo appaga più, che non gli risulta più adeguato al suo mondo interiore.
Inoltre, lascia una famiglia, una compagnia, una comunità con cui fino a quel momento ha condiviso valori, progetti, sogni, speranze, desideri, prospettive, preoccupazioni....
Non lascia Dio, ma le modalità e le persone con cui fino a quel momento aveva cercato e trovato Dio e con cui era stato cercato e trovato da Dio.
Lascia tutto questo perché spera di trovare di più e meglio. Lascia perché non si sente più nel posto giusto e con le persone giuste. Lascia perché ha perso il progetto e le motivazioni iniziali.
Perché potrebbe o dovrebbe continuare?
Solo per restare fedele all'amore con cui è stato amato e con cui ha amato. L'amore chiede perseveranza e fedeltà anche nei momenti più bui e difficili. L'amore si purifica e si rinnova proprio nei momenti di crisi. L'amore non tollera ambiguità e annacquamenti. L'amore chiede il coraggio di essere eroi, sfidando se stessi. L'amore chiede solo amore.
L'amore di Dio e dei fratelli lo aveva convinto a consacrarsi, lo stesso amore può dargli la forza e il coraggio per continuare.
Se viene meno la qualità di questa relazione d'amore, non ha più la forza per continuare e allora ciò che lascia, in ultima analisi, è l'Amore con cui è stato amato e con cui ha amato, per provare ad amare con altro stile e con altra compagnia.
Di fronte ad una scelta di questo tipo, nessuno può esprimere un giudizio, né negativo né positivo, perché è una scelta personale, spesso molto travagliata e faticosa. Si può solo stargli vicino, con lo stesso amore e amicizia di prima.
Don Giuseppe Alcamo