Si sono spente da poche ore le luci che hanno irradiato le piazze (Della Repubblica, Santa Veneranda, Plebiscito) e le vie del centro storico animate in occasione della SPRING EDITION 2024. La città è ritornata nella sua normalità, lasciando ancora nell’aria le ultime note e le risa festose dei partecipanti, di tutte quelle persone che con grande senso civico hanno vissuto momenti di attrazione, divertimento e richiamo culturale. Avverto ancora emozioni di gioia e di entusiasmo, quella carica adrenalina che mi ha consentito di superare la stanchezza (dormendo poche ore per notte), per far sì che nei quattro giorni di festa ogni cosa fosse al posto giusto. Le persone, grandi e piccoli, in ogni sito visitato o partecipato, si sono trovate a proprio agio e si sono sentite accolte. Accoglienza è la prima parola che ho voluto che fosse percepita, perché ritengo che la prima regola di una città moderna sia proprio quella di integrare le specificità, le diversità. Da qui la seconda parola chiave che ho voluto per questa edizione di festa primaverile, Solidarietà, che traspirava in seno al lavoro di squadra, all’interno di tutti quei contesti che sono stati richiamo attrattivo per ospiti e mazaresi che da pomeriggio a notte fonda sono stati travolti dal vortice della manifestazione. I siti allestiti hanno riguardato tutte le espressioni che possono connotare una vera kermesse popolare: spettacolo, folklore, colori, armonie di suoni, ritmi e musiche per ogni generazione, per ogni età, per tutti i gusti. Vita come Donna, altra parola chiave che ha celebrato diversi momenti della manifestazione, culminando nella Cena dei mille e divenendo filo conduttore di una serata di fine aprile mite, calorosa, spumeggiante ed elegante, proprio a tracciarne quel profilo femmineo che dovrebbe sempre risplendere nella vita di tutti noi.
La Festa del pane e della pasta con
le sue edizioni ha sempre portato nella città di Mazara il calore e la
ricchezza delle sue semplici tradizioni che costituiscono una fonte di
ricchezza per la salute e il benessere della sua popolazione. Tradizione e Cittadinanza
altre due parole importanti che hanno dato valore a questa edizione di festa
cittadina, dove nulla era elitario, discriminante, ma volutamente comunitario.
A questo punto colgo l’occasione per ringraziare i cittadini per il forte senso
civico, l’apprezzamento continuo durante gli eventi, per il piacere di avere
attraversato le vie cittadine e partecipato alle serate di musica e di
riflessione, confermando le mie attese.
Ancora
una volta voglio esprimere il mio riconoscimento a tutti coloro che hanno
creduto in me a cominciare da Gerry Bianco maestro e artista geniale, sempre
pronto ad imprimere nelle sue opere il bisogno che ha l’essere umano di vivere
la propria dimensione del tempo in una realtà che può anche essere magica. Il
gioco artistico del Tocco dei mille porta in essere il significato dell’essenza
dell’uomo ovvero il dialogo con l’altro, specificatamente diverso, ma
necessariamente presente nella vita di ciascuno di noi. Grazie all’ingegnere
Giacomo Marino, l’uomo della sicurezza cittadina, meticoloso, attento, dalle
grandi competenze tecniche che ha costituito ancora una volta il perno degli
assetti fisici negli spazi della città che ha accolto la festa. Grazie all’UNAC
i cui componenti, donne e uomini dalle grandi doti umane, si sono spesi in
maniera encomiabile. Che dire del lavoro puntuale e certosino dell’architetto
Liliana Ingenito che in qualità di presidente della Pro Loco riesce a divulgare
la storia e la tradizione di Mazara, consegnando ogni volta alla città lo
splendore delle memorie e delle ricchezze artistiche. Liliana ha coinvolto
quest’anno le scuole e i giovani in particolare, rendendoli protagonisti in
virtù della loro creatività, dell’estro e integrandoli in un contesto di vita
sociale che ha il dovere di prendersi cura di loro senza disattendere speranze
e prospettive future.
Artisti,
sponsor, esperti, docenti, formatori sono state tante le personalità che si
sono espresse e che nel loro ambito di competenza hanno reso possibile che
tutto questo accadesse, che la città avesse un suo momento celebrativo. Sono
certo e non è presunzione che per un po’ di tempo si continuerà a sentire l’eco
della spring edition FESTA DEL PANE E
DELLA PASTA 2024. Per me è già tanto e mi ripaga anche da certe amarezze
che qua e là hanno caratterizzato queste giornate, ma che tuttavia, provocano
l’effetto contrario, mi danno la carica per potere continuare ad essere un
cittadino innamorato di questa città non
con le parole ma con i fatti.
Comunicato