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Oggi è un giorno speciale per Mazara, tutti insieme per ricordare GIUSEPPE BIANCO...

La Cicogna bianca HGBL 501 dall’Ungheria a Mazara del Vallo col rischio di essere sparata

(Lunedì 22 Ottobre 2018)
Il 20/9 scorso, i giornali con una certa meraviglia hanno divulgato la notizia e le fotografie relative ad un esemplare di Cicogna bianca atterrata lungo la banchina del porticciolo marsalese in cui è ubicato il cantiere Polaris. L’uccello, a ben guardare una delle fotografie, presentava un anello metallico nell’attacco del piede sinistro al
tarso. Intorno alle 15, 30 del 21/9 mi è stata segnalata la presenza di una Cicogna bianca, restia al volo, nella contrada Terrenove di Mazara del Vallo. Memore dell’atto di bracconaggio accaduto ai Margi Spanò di Petrosino, ai danni di una femmina di Capovaccaio, rilasciata da Matera dall’amico Guido Ceccolini, mi sono precipitato sul luogo della segnalazione e dopo breve ricerca ho notato la Cicogna bianca che beccava grilli su un appezzamento di terreno incolto. Ho atteso che si portasse a bere in una pozzanghera d’acqua piovana lungo il sentiero dissestato e mi sono accorto che aveva un anello metallico, identico e allo stesso posto di quello della cicogna fotografata il giorno primo a Marsala.


Non poteva che essere lo stesso esemplare anche perché alle cicogne viene di solito applicato anche un anello in pvc (più visibile) oltre a quello metallico. Sono riuscito a fotografare nitidamente anche l’anello, Budapest HGBL 501, e ne ho dato comunicazione all’ISPRA di Bologna ex INFS, competente per l’Italia agli inanellamenti e ricatture degli animali selvatici. Dopo breve tempo è pervenuta lacomunicazione che l’uccello: è stato inanellato a cura di HungarianBirdRinging Centre (Istituzione al pari dell’ISPRA) il 28/8/2018; è giovane, nato durante la stagione riproduttiva di quest’anno nella località “Szigetvàr – Baranya (Hungary)”. L’uccello, dopo essersi dissetato, ha spiccato il volo nella direzione di Montagna Grande ai cui piedi c’è la diga Calogero Rubino che nello stesso periodo è stata teatro di un altro gravissimo atto di bracconaggio, l’abbattimento di un esemplare di Aquila del Bonelli munito, come il Capovaccaio, abbattuto a Petrosino, di trasmittente satellitare. Ci si augura che la ns. Cicogna bianca possa fare ritorno alla patria d’origine, visto che in Sicilia sud-occidentale si spara finanche alla cicogne. Non sono poche, infatti, le cicogne che abbiamo raccolto ferite o morte, essenzialmente al Pantano Leone di Campobello di Mazara, in seguito a colpi di arma da fuoco. Ci si augura che il convegno che si terrà domani in Prefettura, in cui è prevista anche la presenza del Comandante generale dei Carabinieri Forestali, di funzionari dell’ISPRAe di magistrati, sia da stimolo alla revisione della Legge 157/1992 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) e della L. r. 33/97. Nel Terzo millennio è inconcepibile, infatti, che si parli di legge a “protezione della fauna selvatica” e nel contempo si conceda di cacciare quasi alla stessa stregua dell’età della pietra, ovvero in spazi liberi, non espressamente delimitati per lo svolgimento moderno dell’attività venatoria su cacciagione che non sia quella naturale, succube oggi del progresso umano e della caccia obbediente alle regole del mercato.



Enzo Sciabica.