Torna il consueto appuntamento con Chi l’ha visto? e Federica Sciarelli, che apre la puntata di mercoledì 8 maggio con le novità che riguardano il caso di Denise Pipitone. La mamma della piccola scomparsa nel nulla da Mazara del Vallo nel 2004 ha infatti trovato delle microspie collegate alla rete elettrica che lei sospetta siano state installate proprio nei giorni successivi alla misteriosa sparizione della bambina.
Una scoperta che ha del clamoroso, quella fatta Piera Maggio, che proprio nei giorni scorsi ha rinvenuto delle microspie dentro casa sua e collegate direttamente alla rete elettrica. La donna, che non si è mai arresa e crede fermamente che sua figlia sia ancora viva, intende ora vederci chiaro e non fermarsi. È con questo caso che si apre la puntata di Chi l’ha visto? dell’8 maggio, in cui Federica Sciarelli prova ancora a fare luce sul caso sul quale pendono ancora troppi interrogativi.
“Ritrovate dopo 20 anni, a meno che qualcuno non le abbia collocate nel tempo violando il nostro stabile. Erano correttamente funzionanti perché collegate alla rete elettrica”, scrive Piera Maggio sui suoi canali social, dove è solita esprimersi con gli utenti che la seguono ormai da anni e che sperano per lei in un epilogo positivo della vicenda. Denise Pipitone è scomparsa ormai da 20 anni e, da quel giorno, si sono perse completamente le sue tracce. Le diverse segnalazioni successive non hanno portato a nessuna verità e, col tempo, Piera Maggio ha imparato a non farsi troppe illusioni.
“Adesso chiederemo alle autorità se sono beni dello Stato oppure di privati. Ovviamente non sappiamo se ce ne sono ancora delle altre e, a dire il vero, non abbiamo mai avuto questa curiosità perché non avevamo niente da nascondere. La scoperta è avvenuta adesso per via di manutenzione”, ha evidenziato. Dunque, ha aggiunto: “Ci chiediamo se durante un’indagine dove vengono collocate determinate apparecchiature negli ambienti privati delle persone, non sia il caso a fine indagine di recuperare le tecnologie, presumibilmente anche costose, di cui si sono avvalsi coloro che hanno condotto le indagini? Se sono apparecchiature dello Stato, pensate che adesso dovremmo chiedere il risarcimento di 20 anni di appropriazione della nostra rete elettrica?”. Del ritrovamento è stato messo al corrente anche il legale storico della famiglia, Giacomo Frazzitta.
Fonte: dilei.it di Martina Dessì