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Mazara, Comitato cittadino per la difesa e la qualificazione del porto canale denuncia il degrado e lo stato di abbandono in cui versa il fiume Mazaro e l’intera area portuale

(Mercoledì 26 Luglio 2017)
Mazara - Il Comitato cittadino per la difesa e la qualificazione del porto canale di Mazara del Vallo, costituitosi di recente per iniziativa di semplici cittadini e di alcune associazioni, denuncia il degrado e lo stato di abbandono in cui versa il fiume Mazaro e l’intera area portuale.

Il porto canale di Mazara è un luogo mortificato, degradato, umiliato, pieno di fanghi e di sporcizia, di scarichi fognari, non navigabile nemmeno per le piccole imbarcazioni.

Occorre, con urgenza, procedere alla eliminazione gli scarichi fognari, rimuovere i relitti e procedere al dragaggio del porto canale.

Chiediamo a gran voce all’amministrazione comunale, agli enti preposti e a chi di competenza di attivarsi ed iniziare a lavorare proficuamente affinché si realizzi un radicale e risolutivo intervento per superare la situazione di stallo che ormai perdura da troppi anni.

Il recupero e la valorizzazione del fiume e del porto canale passano attraverso il dragaggio e lo sversamento dei fanghi nei siti appropriati e con le modalità di legge.

Il provvedimento emanato lo scorso 24 novembre 2016 dalla Regione Sicilia, Assessorato Territorio ed Ambiente, autorizza il dragaggio del porto ma ne vieta lo sversamento dei fanghi in colmata B, precisando che il materiale dragato, dopo le opportune verifiche da concordare con l’ARPA e previo necessario trattamento, dovrà essere inviato, secondo il livello di inquinanti presenti presso siti di smaltimento autorizzati.

Nonostante ciò, l’amministrazione comunale sembra volere ad oltranza lo sversamento dei fanghi in colmata.

La decisione di evitare di gettare i fanghi nella colmata B appare condivisibile per tante ragioni quali il rischio di inquinamento del mare di tonnarella e il danneggiamento di un ecosistema naturale venutosi a creare per caso, ma di elevata produttività biologica, coma più volte ha scritto l’ISPRA, massimo istituto nazionale per la ricerca ambientale, dipendente dal Ministero dell’ambiente.

E allora noi ci chiediamo; perché ci si ostina a perseguire quello che a nostro avviso è un accanimento, una insistenza che sta causando solamente il blocco dell’escavazione. C’è qualche interesse a riempire di fango la colmata che in questo modo potrebbe divenire un area utilizzabile per scopi e progetti di cui la città è ignara?

Perché non si inizia a pensare a progetti alternativi al trattamento ed al conferimento dei fanghi?

I mazaresi hanno bisogno di risposte chiare, vogliono essere informati e trovare lo spazio per un confronto democratico con chi li rappresenta.

La portavoce

Sig.ra Anna Quinci