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Dott. Valerio La Pinta: Dolcificanti e zucchero, consigli per diabetici e non solo

Le linee guida stilate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomandano l’assunzione giornaliera di zuccheri semplici al di sotto del 10% dell’apporto energetico giornaliero totale. Questo vale, a maggior ragione, in un soggetto diabetico o per chi soffre di insulino-resistenza .

Tale raccomandazione non riguarda gli zuccheri naturalmente presenti nella frutta e nella verdura fresche o nel latte, ma quelli aggiunti agli alimenti e alle bevande, oltre a quelli naturalmente presenti nel miele e nei succhi di frutta prodotti da concentrati.

Anche per questo sono sempre più presenti sul mercato prodotti “senza zucchero” e dolcificati artificialmente. Gli edulcoranti artificiali hanno un valore calorico nettamente inferiore a quello dello zucchero, ma sarebbe sbagliato considerarli inerti dal punto di vista biologico: infatti possono alterare la risposta glicemica e insulinica. Il rinforzare il gusto dolce, inoltre, fa sì che il corpo si predisponga a ricevere altre calorie e questo determina un alterato segnale di fame e sazietà, oltre che ad alterare la percezione del gusto dolce.Quindi non è vero che i prodotti “senza zucchero” possono essere consumati liberamente.

Voglio comunque tranquillizzare i consumatori, i dolcificanti artificiali non sono cancerogeni, anche se per anni sono stati accusati di essere pericolosi, non è mai stato provato nulla sull’uomo e comunque il problema potrebbe sorgere se basassimo la nostra alimentazioni su alimenti e bevande dolcificate, ma non sarà certo la coca con aspartami o acesulfame K a farci ammalare!

I più comuni dolcificanti sono il ciclammato, l’aspartame, la saccarina, il mannitolo, il sorbitolo, lo xilitolo e i più moderni come l’acesulfame K, la stevia o l’eritritolo.

Attenzione al fruttosio, esso ha in effetti un indice glicemico basso e la sua ingestione non determina alterazioni dei livelli di glucosio nel sangue e quindi dell’insulina. Però il problema riguarda le conseguenze metaboliche. Il fruttosio, pur essendo uno zucchero, viene metabolizzato come un grasso e fa aumentare l trigliceridi nel sangue, inoltre, soprattutto negli uomini e nei soggetti diabetici, influisce molto sulle adiposità localizzate a livello addominale e viscerale, con conseguente aumento del grasso a livello della “pancia”. Questo non vale solo per il fruttosio usato come dolcificante in bustina o presente in alimenti dolcificati ma, soprattutto, per i soggetti che consumano molta frutta (più di 4-5 porzioni) durante la giornata e che non si spiegano i livelli elevati di trigliceridi, pur non consumando pochi grassi!

È sempre meglio scegliere un prodotto ricco in fibre e con pochi zuccheri naturali, piuttosto che un prodotto con poche fibre e con edulcoranti. Non dimenticate che le fibre sono fondamentali per modulare la risposta glicemica del pasto, il carico glicemico rimane un parametro importante per tutti, soprattutto per chi deve controllare la glicemia. Vi ricordo che dolci, bevande zuccherate o prodotti ricchi in carboidrati non andrebbero mai consumati a stomaco vuoto o dopo un periodo di digiuno, questo perché comporterebbe un picco glicemico e quindi insulinemico importante, questi alimenti dovrebbero essere inseriti in un pasto contente fibra e proteine, che ne rallentano l’assorbimento e che ne abbassano l’indice glicemico, parliamo appunto di carico glicemico di un pasto.

Infine ricordate che non è mai stato dimostrato un particolare vantaggio nell’assunzione di “alimenti per diabetici”, essi, di fatto, costano di più degli altri prodotti ma non forniscono particolare benefici, un soggetto diabetico o che soffre di insulino-resistenza può e deve consumare alimenti classici ma in maniera controllata, ovviamente in relazione alla gravità della situazione e mai affidandosi al “faidate”.

A cura del Dott. Valerio La Pinta – Biologo nutrizionista
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