Venerdì 29 Gennaio 2016
perché satura. Sotto la tufina ci sono rifiuti che sono stati bruciati - o hanno preso fuoco in autocombustione - e che sprigionano fumi nocivi e inquinanti che in questi giorni hanno raggiunto anche la borgata marinara. Alcuni residenti si sono messi sulle tracce della scia d’odore acre e hanno scoperto la cava di tufo abbandonata. L’area oggi è stata posta sotto sequestro dalla polizia municipale e dalla sezione navale della Guardia di finanza di Mazara del Vallo: quasi 8 mila metri sequestrati destnati all’estrazione del tufo oramai abbandonati da decenni e trasformati in una discarica a cielo aperto, con rifiuti di qualsiasi genere.
L’indagine aperta dopo la segnalazione di Alessandro Giorgi, un giovane architetto di Castelvetrano che vive a Torretta Granitola, dovrà far scoprire di che tipo di rifiuto è stato buttato in cava, chi è il proprietario, chi ha conferito quei rifiuti all’interno della cava e chi ha movimentato, con una pala meccanica cingolata, la tufina per coprire i rifiuti. Quello che più preoccupa è il non conoscere la tipologia di rifiuto che brucia sotto la tufina. C’è solo plastica o c’è dell’altro? Scavare nella zona della cava è molto rischioso. Parte del terreno è franato e dalle crepe che si sono aperte con le piogge fuoriesce il fumo velenoso. Sul caso la Guardia di finanza e la polizia municipale di Mazara del Vallo hanno chiesto supporto all’Arpa che ha già effettuato i primi rilievi: i risultati saranno disponibili fra qualche settimana.
No è la prima volta che la cava finisce sotto l’occhio della polizia municipale. Già anni addietro la vasta zona di contrada Campana fu interessata da un’attività mirata a reprimere il fenomeno dell’abbandono abusivo di sfabbricidi. Quella vasta area deturpata da cumuli di rifiuti è anche zona di pascolo. Tutte le mattine, mentre in questi giorni si sollevavano i fumi dei rifiuti che bruciano, a poche decine di metri passano greggi di pecore col pastore.
[fonte: repubblica.it - MAX FIRRERI]