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CGIL Mazara. Il porto canale è un luogo mortificato, degradato, umiliato

Mercoledì 22 Giugno 2016
Mazara - Sicilia terra dalle continue emergenze, dagli eterni commissari e dai tanti paradossi, ma anche terra di misteri, grandi e piccoli.

Uno di questi riguarda l’escavazione del porto canale di Mazara.

Mazara è stata per tanti anni la più importante città peschereccia d’Italia. Tutta l’attività si svolgeva, ancora prima della realizzazione del porto nuovo, ma anche molti anni dopo, lungo le sponde del fiume Mazaro. I natanti erano cosi tanti che in occasione delle due principali festività religiose, Pasqua e Natale, riempivano, in largo e in lungo, tutto il porto canale. Si poteva passare da una sponda all’altro del fiume, attraversando la fila delle imbarcazioni. Tutte le attività commerciali, industriali, aziende di servizio erano concentrate lungo il canale. Cantieri navali, officine meccaniche, rifornimenti di gasolio, “industrie” del ghiaccio, venditori di reti, stivali, “cappotte”, pale, corde, acciaio, vecchi magazzini utilizzati per “spicchiare” il gambero, da inviare ai mercati del nord Italia, forni, piccoli supermercati, che rifornivano a tutte le ore di pane e di alimenti vari le imbarcazioni, bar, tabaccherie e chioschi nei quali, tanti pescatori si rifornivano di sigarette e di giornaletti pornografici. Mazara era una città, come si direbbe ora, h 24, sempre viva, sempre illuminata sempre sveglia, sempre di corsa.

Con la crisi della pesca e il ridimensionamento del naviglio molto di tutto questo è cambiato.

Il cuore dell’attività economica mazarese, che ha segnato di sé la vita, gli usi, il costume, le forme di relazione sociale dell’intera città, oggi è gravemente malato.

Il porto canale è un luogo mortificato, degradato, umiliato. Pieno di fanghi e di sporcizia, di scarichi fognari, non navigabile nemmeno per le piccole imbarcazioni. Le attività rimaste, ancora importanti, rischiano di scomparire definitivamente se non verranno effettuati, con urgenza, i lavori di escavazione e se lungo le due sponde del fiume Mazaro non verranno potenziate e migliorare le strutture materiali e immateriali, necessarie a rilanciare le antiche attività e a stimolare l’insediamento di nuove aziende.

C’è il progetto, ci sono i finanziamenti, sembra che l’iter amministrativo sia stato perfezionato, sarebbe stata già espletata la gara di appalto, eppure tutto rimane ancora fermo e si avanzano dubbi ed interrogativi da tragedia greca.

E mentre l’economia di questa città mortificata muore l’amministrazione comunale continua ad annunciare diffide e denunce. Sorprende questo atteggiamento di passività dell’amministrazione comunale, del Consiglio comunale e di forze politiche evanescenti e servili agli interessi politici ed elettorali di personaggi politici che vivono altrove.

C’è in questa città una grave carenza di rappresentanza politica e istituzionale, una debolezza contrattuale inspiegabile e incomprensibile, rispetto ad altri livelli istituzionali.

Non bastano le diffide, ma occorre la partecipazione e la lotta dell’intera città. Per questo abbiamo aderito al comitato per la pulizia del porto canale, cosi come solleciteremo la costituzione di altri comitati di difesa per i diritti dei cittadini di questo territorio. Senza, però, rinunciare a stigmatizzare l’assenza o la debolezza della rappresentanza politica e istituzionale di questa città.

Mazara lì 22 giugno 2016

Il segretario

Vito Gancitano