Come evolverà il Sole in futuro? Quale sarà la data della sua «morte»? Ora gli astronomi hanno a disposizione nuovi dati per rispondere a queste domande, grazie alla missione Gaia dell'Agenzia Spaziale Europea e alle nuove informazioni raccolte, che sono state pubblicate lo scorso 13 giugno.
Gaia è un veicolo spaziale lanciato dall'Esa nel 2013 per una missione che dovrebbe proseguire fino al 2025. Il suo principale obiettivo è quello di raccogliere dati sulle stelle della nostra galassia: dalla misurazione della posizione alla distanza da noi, fino al loro movimento. Confrontando e studiando questi dati - in particolare quelli relativi al terzo importante rilascio, del 13 giugno appunto - è stato possibile scoprire qualcosa di più anche sulla stella attorno cui ruota la Terra, il Sole.
Mentre la massa delle stelle cambia relativamente poco durante la sua vita, la sua temperatura e le dimensioni variano notevolmente con il progredire degli anni. Queste variazioni sono determinate dal tipo di reazioni di fusione nucleare che avvengono all'interno della stella. Per mettere in relazione le proprietà delle centinaia di stelle che siamo in grado di osservare, esiste un diagramma - noto con il nome di diagramma di Hertzsprung-Russell - ideato all'inizio del Novecento dei due astronomi Ejnar Hertzsprung e Henry Norris Russell. Questo modello correla la luminosità intrinseca di una stella con la sua temperatura superficiale, ed è quindi in grado di rivelare come le stelle evolvono durante i loro lunghi cicli di vita.
Il Sole, oggi, ha 4,57 miliardi di anni. Si trova in una «confortevole età di mezzo, fondendo l'idrogeno in elio ed essendo in generale in una situazione piuttosto stabile, addirittura stazionaria», spiegano dall'Esa. Quando l'idrogeno si esaurirà nel nucleo, inizieranno i cambiamenti dei processi di fusione e la stella si trasformerà in una gigante rossa, avviandosi verso la sua "morte". Per capire quando questo succederà bisogna avere informazioni sulla sua massa e la sua composizione chimica. Qui entrano in gioco i dati di Gaia e il diagramma HR, che permette di mettere in correlazione la storia di altre stelle con quella del Sole.
L'analisi è stata fatta da Orlagh Creevey, dell'Osservatorio della Costa Azzurra, e dai collaboratori dell'Unità di Coordinamento 8 di Gaia. Hanno in prevalenza utilizzato i dati relativi alle stelle con temperature superficiali tra i 3.000 e i 10mila Kelvin (il Sole oggi ha una temperatura superficiale di circa 6mila Kelvin): sono quelle con vita più lunga e possono dunque rivelare più informazioni sulla storia della Via Lattea. Poi si sono concentrati sui corpi celesti con la stessa massa e composizione chimica del Sole - i criteri comprendevano un campione di 5.863 stelle - riuscendo a tracciare una linea sul diagramma HR che rappresenta la sua evoluzione dal passato al futuro.
Il Sole raggiungerà la sua massima temperatura quando «compirà» circa 8 miliardi di anni (quindi tra circa 3,5 miliardi di anni). Poi si raffredderà e diventerà una stella gigante rossa: questo avverrà intorno ai suoi 10-11 miliardi di anni (quindi tra circa 5,5 o 6,5 miliardi di anni). Infine «morirà», trasformandosi in una nana bianca. «Se non riusciamo a capire il nostro Sole - e ci sono molte cose che non sappiamo su di lui - come possiamo pensare di capire tutte le altre stelle che compongono la nostra meravigliosa galassia?», ha spiegato Creevey.
Fonte: Corriere.it